Tensione a Gallarate, Sinti: «Se tornano con le ruspe li prendiamo a sassate»

GALLARATE – «Se arrivano ancora le ruspe, questa volta le prendiamo a  sassate». Nessuna mezza misura, questa volta, nelle parole degli appartenenti alla comunità Sinti di Gallarate che, dopo lo sgombero dell’area di via Lazzaretto lo scorso novembre, hanno da una settimana circa occupato un terreno agricolo di proprietà dell’Istituto per il sostentamento del clero in via Aleardi. Oggi, 25 febbraio, le telecamere di Mattino Cinque sono tornate sul caso (come già avvenuto più volte) intervistando gli appartenenti alla comunità Sinti che, appunto, hanno fatto trasparire non solo una certa esasperazione, ma anche la volontà di non andarsene «Sino a quando il sindaco Andrea Cassani non ci troverà un’area sulla quale stare oppure degli alloggi».

«Diamo fuoco al campo di via Aleardi»

La situazione diventa ogni giorno più tesa. Cassani, dal canto suo, ha ribadito quanto sostiene dall’inizio della vicenda: «A Gallarate non saranno tollerate situazione di illegalità». Pietro Romano, legale dei Sinti precisa: «Io sono per la legalità sempre. Mi dissocio quindi dalla decisione di occupare il terreno di via Aleardi presa a mia insaputa. Preciso inoltre che non sono io a seguire la comunità Sinti in relazione a quest’ultima vicenda. Detto questo capisco l’esasperazione di queste persone da quattro mesi in mezzo a una strada, allontanati dagli agenti della polizia locale dal parcheggio dove si erano sistemati, in attesa di un alloggio dopo che lo screening sulle famiglie con minori è stato fatto a gennaio».  Romano si dice «Molto preoccupato per la situazione. La comunità è esasperata, leggo commenti del tipo “diamo fuoco al campo di via Aleardi” sui social e questa mattina da alcune auto passate davanti all’area sono stati gridati insulti e minacce pesanti. I residenti di Madonna in Campagna non vogliono la presenza dei Sinti in zona e lo hanno fatto sapere senza mezzi termini. Ripeto sono preoccupato. Quando la comunità viveva in via Lazzaretto niente di tutto questo si è mai verificato».

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