Il ritorno dei Sinti a Gallarate. Le mosse del Comune per liberare l’area occupata

Sinti comune gallarate

GALLARATE – Il ritorno dei Sinti a Gallarate costringe il Comune a mettere in atto adeguate e rapide contromosse per evitare che, dopo lo sgombero dal campo comunale di via Lazzaretto, i nomadi ne costruiscano un altro altrettanto abusivo in via Aleardi. Da ormai 48 ore poco meno di dieci tra camper e roulotte hanno occupato in modo illecito un’area di Madonna in Campagna di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. Il locatario, un agricoltore che nulla ha a che vedere con la comunità Sinti, ha già sporto denuncia, il primo passo formale per rendere possibile un intervento delle forze dell’ordine. Sulla vicenda, naturalmente, viene informato costantemente il sindaco Andrea Cassani. Che dice: «Faremo di tutto affinché quell’area torni a essere agricola».

In roulotte o nelle case popolari?

Dal Comune spiegano che, formalmente, ora si tratta di una questione tra privati. Ma naturalmente, pur non essendo chiamati in causa, stanno facendo tutto ciò che è nel potere dell’ente locale per fare in modo che le forze dell’ordine procedano il prima possibile a liberare l’area. Alcuni Sinti avrebbero inoltre dichiarato che non usufruiranno delle case d’emergenza messe a disposizione dai Servizi sociali per le famiglie con minori, trattandosi di alloggi temporanei fino al 30 settembre. «Facciano quello che vogliono, basta che rispettino la legge», commenta Cassani. «Vogliono vivere tutti insieme a Gallarate? Comprino un terreno edificabile, ci costruiscano sopra le loro villette, paghino gli oneri di urbanizzazione e le utenze. Vivano insomma nel rispetto delle leggi dello Stato».

Arretrati da 110mila euro

A titolo d’esempio il sindaco fa sapere che, soltanto per quanto riguarda l’erogazione di acqua nell’ex campo di via Lazzaretto, dal 2007 al 2018 ci sono arretrati che cumulati superano i 110mila euro. «Io non contesto la loro cultura, io contesto la loro volontà di vivere abusivamente in terreni abusivi, senza pagare ciò che spetta loro come qualunque altro cittadino italiano».

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