Il tesoretto di Caianiello in un fondo estero? Il difensore: «Stupidaggini»

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GALLARATE – Un fondo in Svizzera da 70 milioni di euro. Qualcuno vorrebbe ricondurlo a Nino Caianiello, il plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese arrestato, e tra i principali indagati, nell’inchiesta Mensa dei poveri. «Non diciamo sciocchezze», la replica del difensore di Caianiello Tiberio Massironi è secca. Che ci sia un’indagine patrimoniale sui conti riconducibili al Mullah è certo: «Due conti riconducibili al mio assistito – conferma Massironi – Su ciascuno dei quali sono depositate poche migliaia di euro. Parliamo di una cifra di molto inferiore ai 10mila euro in entrambi i casi».

«Due conti oggetto d’indagine: nessuno all’estero»

Voci vorrebbero che Caianiello avesse depositato le entrate derivanti dalle famose decime (quelle che secondo gli inquirenti professionisti e imprenditori gli avrebbero versato come mazzetta per aver ottenuto incarichi e favori) su un fondo estero. Fondo accessibile anche ad altri. «Non risulta – spiega Massironi – E del resto il mio assistito è già stato indagato (e condannato in via definitiva a 3 anni) in passato. La guardia di finanza allora come oggi fece delle verifiche e non trovò alcun conto estero. Quello che ipotizzo è che le chiacchiere siano andate a mille. Di fatto c’è un noto imprenditore che ha fatto affari e che ha depositato all’estero le risultanze di questi affari. Legalmente e alla luce del sole. Un imprenditore che il mio assistito conosce, come del resto molti altri e che ogni anno organizza un incontro per promuovere i prodotti derivanti da questo fondo. Anche in questo caso legalmente e alla luce del sole. Il mio assistito è stato qualche volta invitato a questi eventi, ma non vi ha mai partecipato. Separerei le dicerie dall’inchiesta. I conti oggetto di indagine patrimoniale, a quanto ci risulta, sono due. Non sono all’estero e non arrivano a 20 mila euro. Caianiello ha già spiegato che non ha mai trattenuto un euro per sé versando quanto raccolto sui conti di Agorà e del partito». Caianiello resta ora in attesa della decisione del Riesame: visto l’esito di altri ricorsi, primo tra questi quello dell’ex assessore all’Urbanistica di Gallarate Alessandro Petrone, definito «Uomo di Caianiello», difficilmente il Mullah tornerà immediatamente in libertà. Caianiello è pronto a essere ascoltato dal pm: l’interrogatorio, non ancora fissato, potrebbe svolgersi settimana prossima.

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