Giorgio Merletti: ecco perché Confartigianato è tra “quelli del sì”

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MILANO – Giorgio Merletti, già sindaco di Arsago Seprio, presidente nazionale di Confartigianato, rivendica il peso economico, sociale e politico della sua associazione. Una presa di posizione a poche ore dal termine della grande manifestazione milanese di “Quelli del sì”, che ha riunito, oggi 13 dicembre, quasi tremila imprenditori che fanno riferimento alla stessa Confartigianato. “Per fare proposte, non per protestare”. E per sottolineare l’inderogabile necessità di far crescere il Paese. Messaggio che non ammette equivoci con destinatario il Governo. Temi noti, che erano già stati al centro degli Stati Generali delle associazione datoriali, una decina di giorni fa a Torino. Ecco il presidente: “Diamo voce a 4,4 milioni di piccole e micro imprese con 10,8 milioni di collaboratori; rappresentiamo il 65% degli occupati delle imprese italiane. Nell’ultimo anno le Pmi manifatturiere hanno esportato beni per 125,4 miliardi con un trend positivo del 3%. Sono oltre un milione invece le piccole imprese con 3,6 milioni di addetti interessate allo sviluppo infrastrutturale. Dobbiamo recuperare i ritardi accumulati negli anni”.

Le richieste al Governomerletti confartigianto milano

Merletti è reduce degli incontri con i ministri Matteo Salvini, domenica scorsa, e Luigi Di Maio, martedì 11. “Riunioni positive nelle intenzioni” ammette “ma troppo affollate: al Mise c’erano trenta sigle di categoria: troppe per affrontare seriamente le diverse questioni”. Il presidente Merletti, è noto, non è uno che le manda a dire. Con Malpensa24 si dilunga sulla burocrazia, sulla necessità di rivedere il codice degli appalti, sulle onerose tariffe Inail, sulle tasse e sulle loro complicazioni burocratiche, per finire sul costo del lavoro. E sulla grandi opere. “Diciamo sì agli investimenti, allo sviluppo, all’Europa”. Un quadro complessivo che tocca Tav, Tap, Terzo Valico e, manco a dirlo, Pedemontana e Malpensa. Durante la convention milanese ne hanno fatto esplicito cenno sei presidenti di associazioni ragionali, da Nord a Sud.

Pedemontana e Malpensa

Per la Lombardia ha preso la parola Eugenio Massetti: “Dico si alla Pedemontana, un progetto iniziato 55 anni fa, modificato più volte, ma ancora opera incompiuta. Dico si anche alla Cremona-Mantova, al traforo del Mortirolo, al Terzo Valico che si inserisce nel corridoio europeo Genova-Rotterdam, al potenziamento dello scalo cargo di Malpensa”.
Malpensa, appunto. Per Giorgio Merletti rimane una struttura a metà, che, così com’è, non serve allo sviluppo complessivo del Paese: “Si arriva in brughiera da una qualunque città europea in un battibaleno, poi ci vogliono ore per raggiungere Genova, Bologna, Venezia. La questione dei collegamenti con l’aeroporto rimane prioritaria: strade e ferrovie sono indispensabili per fra crescere Malpensa e insieme ad essa anche il Paese”.

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