Giro d’Italia. Lavarone incorona il colombiano Santiago Buitrago

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LAVARONE – E’ proprio vero che da una caduta l’importante è risalire e bisogna dire che Santiago Buitrago ha interpretato questo detto alla perfezione in una giornata che per lui non era iniziata certo nel migliore dei modi. Una caduta durante la discesa da Giovo aveva fatto pensare al peggiore dei finali, ma il colombiano del team Bahrain Victorious è diventato protagonista di una tappa che ha voluto a tutti i costi. Solo qualche giorno fa era stato secondo a Cogne dietro Giulio Ciccone, ma ha voluto riprovarci dimostrando di avere il coraggio di un leone e di essere sicuramente il più forte tra gli uomini della fuga di giornata. Per lui a fare la differenza è stata la salita finale di Menador dove è andato a ripredere Leemreize, secondo poi al traguardo davanti a Jan Hirt.

Tra i big, la lotta è scoppiata sulla salita del Menador con Landa che ha attaccato e si è portato via solo Carapaz e Hindley, con landa che ha ceduto qualche secondo nella volata finale mentre Almeida è stato costretto a pagare dazio e ha perso più di un minuto. Più lontano Nibali. Nella generale Carapaz resta in rosa con 3″ di vantaggio su Hindley e 1’05” su Landa con Almeida ora a 1’54”.

LA CORSA. Non ci hanno concesso nemmeno un attimo di respiro i 168 km da Ponte di Legno a Lavarone che prevedevano ben tre salite di cui due gpm di prima categoria. Dopo le grandi fatiche di ieri i corridori hanno dovuto vedersela con una frazione ugualmente impegnativa e che è stata inaugurata da un tremendo acquazzone che non ha di certo migliorato la situazione. Si è partiti a tutta con la scalata verso il Passo del Tonale (in questo caso non classificato come gpm) che ha decretato la formazione di un folto gruppo di 23  attaccanti: Felix Gall, Nicolas Prodhomme (AG2R Citroën), Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), Luca Covili e Filippo Zana (Bardiani CSF Faizanè), Mathieu Van der Poel (Alpecin Fenix), Guillaume Martin (Cofidis), SImone Ravanelli (Drone Hopper Androni), Hugh Carthy, Di. Camargo Pineda (EF Education), Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa), Attila Valter (Groupama Fdj), Jan Hirt e Rein Taaramae (Intermarche Wanty Gobert), Koen Bouwman, Gijs Leemreize e Sam Oomen (Jumbo Visma), Antonio Pedrero (Movistar), Mauri Vansevenant (Quick Step), Damien Howson (BikeExchange Jayco), Thymen Arensman (Team DSM), Giulio Ciccone (Trek Segafredo) e Alessandro Covi (Uae Emitates). A loro, dopo un bell’inseguimento, si sono uniti Diego Rosa della Eolo Kometa e David de la Cruz della Astana Qazaqstan. I 25 sono arrivati ad avere fino a 6’25” sul gruppo. 

Il gruppo scoppia subito dopo la discesa di Giovo quando davanti, sotto l’impulso di Mathieu Van der Poel si forma un gruppetto di quattro atleti composto, oltre che dal fortissimo ciclocrossista olandese anche da Guillaume Martin, Felix Gall ed Alessandro Covi. Sono proprio loro ad iniziare la scalata verso il passo del Vetriolo con poco meno di un minuto di vantaggio sul gruppo degli inseguitori che presto perde sempre più componenti. Tra i controattaccanti Hugh Carthy, Santiago Buitrago , Koen Bouwman e Gijs Leemreize sono i più attivi e fanno un lavoro incredibile per riportarsi sulla testa della corsa da cui intanto perde contatto Alessandro Covi. Intanto nel gruppo maglia rosa il team Bahrein fa un lavoro incredibile mettendo fuori gioco molti dei diretti avversari di Mikel Landa. 

Appena subito dopo lo scollinamento del passo del Vetriolo Leemreize si lancia in discesa, solo Van der Poel, intrepido si lancia al suo inseguimento senza paura di prendersi anche qualche rischio. Per i due olandesi è una discesa folle che li porta ad accumulare un bottino di 1 minuto di vantaggio sui loro diretti inseguitori all’attacco della salita del Menador.

Mathieu Van Der Poel sembra proprio scatenato, sulle rampe dell’ultima salita di giornata stacca il compagno di avventura e con passo regolare sembra poter resistere a tutto. A circa 11 km dal traguardo però il fuoriclasse olandese crolla e viene superato da Leemreize che rimane solo al comando. Intanto poco più indietro Buitrago ha staccato tutti quanti e a doppia velocità sta letteralmente disintegrando il ritarod che aveva accumulato. L’aggancio avviene poco prima del gpm a circa 8,5 km dal traguardo ed in un amen il colombiano diventa imprendibile. Trionferà sul traguardo Porpio davanti a Lemmreize e Hirt.

Nel gruppo maglia rosa ritorna la sfida diretta tra Carapaz, Hindley e Landa. Grazie al lavoro di Richie Porte (team Ineos) e di Wout Poels, riescono a far fouri uno ad uno tutti gli altri pretendenti alla generale, compreso Joao Almeida che è costretto ad alzare bandiera bianca proprio nei chilometri finali di gara rimediando poi oltre 1 minuto di ritardo. Nemmeno oggi in salita ci sono scintille vere tra quelli che sono ormai diventati i tre più forti in gruppo, c’è la sensazione che le forze si equivalgano o che ci si un’attesa infinita nei confronti delle mosse dell’avverario. I veri distacchi si giocano, anche questa volta, sul finale, quando Carapaz scatta negli ultimi metri, seguito a ruota da Hindley e rifilando 6″ a Landa che nel frattempo risale in terza posizione nella generale.

Nella tappa che non ci ha regalato un attimo di respiro, Santiago Buitrago ha raggiunto la vittoria più importante della sua carriera e vista la giovane età si candida ad essere l’ennesimo colombiano da tenere sotto controllo quando la strada inizia a salire. Richard Carapaz conferma la rosa con soli 3″ su Jai Hindley e 1’05” su Mike Landa ed ora c’è sempre più attesa per le salite finali del Giro.

Domani per gli uomini di classifica sarà tempo di tirare un attimo il fiato, sono previsti 152 km da Borgo Valsugana a Treviso, una frazione adattissima alle ruote veloci e con soli due gpm, entrambi di quarta categoria. 

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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