Allarme Movida a Busto, per il Sap servono più uomini per un’estate sicura

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BUSTO ARSIZIO – La Movida bustocca preoccupa il Sap (Sindacato autonomo di polizia) che chiede di reperire «nuove risorse rispetto a chi già quotidianamente opera il controllo del territorio, sia con l’affiancamento di colleghi che prestano servizi negli Uffici, sia con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine e del Reparto Mobile – si legge nella nota diffusa da Cristian Sternativo, segretario provinciale del Sap – Chiediamo che non si faccia la solita conta dei presenti per gestire servizi di attesa, ma che si chiamino a raccolta gli uomini per scendere in campo in maniera forte e decisa, garantendo così la sicurezza dei cittadini e di noi difensori». Sternativo cita anche, quale esempio da non lasciare isolato, la recente chiusura di un locale di Busto per un mese in quanto nel bar venivano serviti alcolici a minorenni.

L’intervento del Sap

Il maggio che sta per finire è stato uno dei più caldi della storia del nostro paese, e bisogna ritornare al 2003 per avere qualcosa di paragonabile a tali temperature, e il caldo maggio del 2003 fu il precursore di una estate torrida, con temperature record.

Come Sindacato di polizia non siamo appassionati di meteorologia, ma c’è una estate calda che ci preoccupa molto, quella della cosiddetta movida.

E se a Busto Arsizio già abbiamo assistito a vere risse nel pieno centro cittadino, in cui gruppi di ragazzi si sono fronteggiati in maniera violenta brandendo tubi di metallo e bottiglie, i nostri timori non sono affatto infondati.

I cittadini vorrebbero godersi le serate in tranquillità, passeggiando, gustando un gelato e non come spettatori, loro malgrado, di tristi scene di degrado urbano.

Questa Organizzazione Sindacale ha rappresentato al Ministero dell’Interno con una nota del 16.03.2022, come Busto Arsizio sia una realtà complessa, con un numero di abitanti superiore allo stesso capoluogo di provincia e che funge da polo di attrazione per gli abitanti dei numerosi comuni limitrofi, presidiato da un Commissariato di P.S. che conta su un organico, da anni non più adeguato alle reali esigenze di sicurezza.

Lodevole il lavoro dei colleghi che sopperiscono con il loro impegno alle tante carenze, ma sappiamo che non si può continuare a contare solo sul senso del dovere dei singoli per garantire un controllo del territorio fatto di servizi mirati e di pattuglie rafforzate

È impensabile chiedere a chi tutto l’anno lotta in prima fila per la sicurezza di rinunciare alla proprie ferie nel periodo estivo per garantire ancora più presenza, ed allora i numeri non mentono.

Se si vogliono rafforzare le pattuglie, non è la variazione di orari in deroga all’accordo nazionale quadro, come si sta prospettando, che potrà garantire più equipaggi.

È necessario reperire nuove risorse rispetto a chi già quotidianamente opera il controllo del territorio, sia con l’affiancamento di colleghi che prestano servizi negli Uffici, sia con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine e del Reparto Mobile.

Ricordiamo l’esperienza vissuta alla fine del primo “lockdown”, quando si scatenavano risse già dal tardo pomeriggio, fenomeno mai verificatosi prima, e che si riuscì ad arginare con una attività capillare congiunta fra personale del controllo del territorio del Commissariato, l’impiego straordinario del III Reparto Mobile di Milano, ed i colleghi in borghese della Squadra Investigativa che individuarono chi si era reso responsabile di aggressioni nelle precedenti serate.

Abbiamo bisogno di servizi preventivi, che taglino i ponti a chi vuole fare dell’illegalità una fonte di guadagno, mettendo a rischio l’incolumità degli altri cittadini, perché è questo che succede quando si servono alcolici ai minorenni causandone un’alterazione che spesso sfocia in aggressività.

L’esempio della recente chiusura per un mese per Ordine del Questore di un esercizio pubblico che in pieno centro di Busto Arsizio aveva scelto di somministrare alcolici ai minorenni non resti un caso isolato, garantiamo la legalità e quindi la sicurezza prima di dover reprimere altri reati.

Come Sindacato chiediamo nuove soluzioni a vecchi problemi.

Chiediamo che non si faccia la solita conta dei presenti per gestire servizi di attesa, ma che si chiamino a raccolta gli uomini per scendere in campo in maniera forte e decisa, garantendo così la sicurezza dei cittadini e di noi difensori.

Non possiamo fare niente contro l’afa estiva che verrà, ma possiamo essere una brezza che da respiro per la sicurezza della nostra città.

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