Mornago, il sindaco: «Campagna contro di me per un accordo elettorale rifiutato»

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MORNAGO – «Il rigetto della richiesta di accordo elettorale, per far defluire nella maggioranza l’attuale minoranza, è alla base della campagna mediatica di notizie ingannevoli e distorte, messe in campo come rappresaglia a seguito del mancato accordo». Così il sindaco Davide Tamborini ha risposto, attraverso un nota diffusa ieri, venerdì 26 aprile, alle ultime accuse che gli sono state mosse dalle opposizioni.
«Più volte la sezione della Lega di Mornago, attraverso il segretario cittadino e l’attuale capogruppo consigliare, hanno palesato il desiderio e l’aspirazione di trovare un accordo elettorale, richiedendo in due incontri svolti in municipio posti per loro e per altri tre membri della minoranza. Chiaramente il gruppo Viviamo Mornago, per coerenza ed integrità morale ha sempre rigettato le richieste e all’ennesimo rifiuto, ecco che la minoranza ha deciso di avviare la macchina del fango con comunicati mediatici ingannevoli, notizie distorte e denigrando il nostro operato».

Oltre 470mila euro per investimenti sul territorio

«Ma facciamo chiarezza – ha continuato Tamborini – augurando di non dover ritornare nuovamente sull’argomento e invitando la minoranza a fare proposte concrete e attuabili per la cittadinanza, ammesso che ne siano in grado». Innanzitutto la situazione economica del Comune: «Mornago, come riscontrabile dalla delibera della giunta comunale n. 25 del 10/04/2024, ha un avanzo di amministrazione di 2.011.229,54 euro di cui liberi e spendibili 477.444,24 euro. Per i meno avvezzi ai dati di bilancio, significa che 477.444,24 euro sono disponibili per poter fare investimenti sul territorio a sostegno delle necessità della popolazione, al netto degli aggiustamenti tecnici di cui la Corte dei Conti ha richiesto e a cui il Comune di Mornago con il supporto del revisore dei conti ha adempiuto».

Chi deve fornire chiarimenti e documentazione utile

Come ha poi spiegato il primo cittadino, «la Corte dei Conti richiede, attraverso una deliberazione della stessa, l’attuazione di misure “tecniche” relative ad alcune partite di bilancio. In parole molto semplici, si richiama a fornire chiarimenti e documentazione utile non la parte politica dell’amministrazione ma bensì il responsabile della parte finanziaria ed il revisore dei conti, invitandoli a collocare alcune “partite” di bilancio non in avanzo vincolato ma, secondo le osservazioni prodotte dalla Corte, nel fondo di crediti di dubbia esigibilità».
In sostanza una movimentazione di bilancio che non crea nessun riflesso sui conti all’ente: «Gli altri appunti riguardano il tardivo o incompleto invio dei prospetti alla banca dati nazionale della pubblica amministrazione, compito in carico al responsabile della parte finanziaria, che sta provvedendo ad inviare nei tempi accordati dalla Corte stessa».
Quanto alle assunzioni, «anche qui bisogna fare chiarezza nell’informazione, il tardivo invio dei dati aggiornati al ministero potrebbe far scattare eventuali azioni di responsabilità nei confronti dei funzionari coinvolti nell’iter esenzionale. Ergo la parte politica non è indagata e non ha responsabilità a riguardo, precisando che le assunzioni fatte sono legittime e sostenute economicamente in maniera corretta».

La liquidazione di Mornago Patrimoniale

Tamborini ha quindi ripercorso le vicende della società Mornago Patrimoniale, «costituita nel 2006 con parere negativo di tutti i responsabili del Comune. È stata posta in liquidazione nel 2013, epoca in cui tre consiglieri dell’attuale minoranza ricoprivano le cariche di sindaco, vicesindaco (ed assessore al Bilancio) e capogruppo consigliare e che ha coinciso con la fine del mandato elettorale del gruppo Lega-Forza Italia. In sette anni ha accumulato 1.335.288 euro di debiti (valore riscontrabile nel bilancio pubblico della Mornago Patrimonio e Servizi srl) di cui 799.950 euro nei confronti del Comune (riportato anche nella deliberazione della Corte dei Conti) e la restante parte nei confronti di diversi fornitori e di A.T.O..
Con l’introduzione del decreto legislativo n. 175 del 19 agosto 2016, all’ente pubblico è stato vietato il rifinanziamento delle società partecipate, pertanto le strade da intraprendere potevano essere solamente due: il fallimento della società, che avrebbe visto perdere i beni in possesso, e ci riferiamo alla casa degli Alpini, la sede del centro ricreativo Quattro Campanili e della Pro Loco e l’intera area del centro sportivo comunale ed il parco giochi di via Pasubio; l’alternativa era il suo salvataggio mediante la ricapitalizzazione della stessa con la valorizzazione delle aree in proprietà».

Conti solidi e in ordine

«Su suggerimento dei tecnici e dei legali interpellati, e con il sapiente lavoro del liquidatore, si è attuata la trasformazione dell’area del centro sportivo. Attraverso un’asta pubblica, in attuazione dei principi di trasparenza, abbiamo ottenuto il credito sufficiente per chiudere la società in bonis, rigenerare l’area con nuovi campi da calcetto, tennis e beach volley, e un ritorno economico al Comune per un valore complessivo che sfiora i 3.200.000 euro senza ulteriori sacrifici economici per i cittadini. Oltre all’aspetto economico, sul territorio ci sarà una ricaduta in termini di nuovi posti di lavoro».
Come ha concluso il sindaco, «tengo a precisare, se ve ne fosse ancora bisogno, che i conti di Mornago sono solidi ed in ordine, che la Mornago Patrimoniale è stata liquidata in bonis creando un utile per i tutti i cittadini di 3.200.000 euro e, soprattutto, che nessuno è indagato e il Comune non sarà commissariato. Chi si ostina in maniera oltraggiosa a riferire o a dichiarare il contrario, oltre a dimostrare per l’ennesima volta la propria inadeguatezza a sostenere progettualità e programmi attuabili per la popolazione, ci costringerà a inoltrare formale querela per diffamazione al fine di tutelare gli amministratori, i dipendenti e soprattutto il nome del Comune di Mornago da calunniose ingiurie».

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