Giù i ricoveri, solo 3 decessi. Il San Matteo: «I guariti dal Covid non sono contagiosi»

Fausto Baldanti, virologo del Policlinico San Matteo di Pavia

MILANO – In una giornata in cui si registra una leggera risalita dei nuovi casi positivi (143 contro i 128 di ieri, 21 giugno) ma scende ancora il dato dei pazienti ricoverati e soprattutto quello dei decessi (solo 3), dal San Matteo di Pavia arriva una scoperta che potrebbe dare una svolta: «La maggior parte delle persone clinicamente guarite dal Covid-19, cioè senza più sintomi, ma ancora positive al tampone, hanno una quantità di virus così bassa e degradata da non poter contagiare». Così Regione Lombardia, dove è in corso una campagna di screening sierologico, chiede all’Istituto superiore di sanità di distinguere i tamponi positivi dai “debolmente positivi”, per evitare che si diffonda l’allarmismo sui dati del contagio in Lombardia.

Il riepilogo dei numeri

«Anche oggi – rivela l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera – possiamo commentare notizie sostanzialmente positive. In particolare continuano a diminuire i numeri dei ricoverati e dei dimessi, così come va rilevato che tra i 143 nuovi casi positivi, 64 sono riferibili a test sierologici e che, complessivamente 83 sono “debolmente positivi”. Da specificare anche che 2 casi riguardano operatori socio-sanitari e 5 gli ospiti delle RSA.  I decessi, infine, sono soltanto tre». Ieri i nuovi contagiati erano stati 128, a fronte di un numero di tamponi quasi identico (7.776 oggi, 7.825 ieri), così la percentuale di casi in rapporto ai test risale dall’1,6% di ieri all’1,8% di oggi. Continuano a scendere i dati dei ricoveri: meno 2 nelle terapie intensive, in tutto 51; ben 213 in meno negli altri reparti, con il totale che si avvicina alla fatidica soglia dei 1.000. Salgono di 345 unità i guariti e dimessi, facendo così scendere il totale degli attualmente positivi a quota 13.638 (meno 205).

I dati nelle province

Altri 18 nuovi casi positivi in provincia di Varese, quarta zona con il maggior incremento dopo le tre province più colpite (Milano, Bergamo e Brescia). Il totale da inizio pandemia sale a 3.875.

La scoperta del San Matteo

La maggior parte delle persone clinicamente guarite dal Covid-19, cioè senza più sintomi, ma ancora positive al tampone, hanno una quantità di virus così bassa e degradata da non poter contagiare. Emerge dallo studio del Policlinico San Matteo di Pavia, condotto con Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna, Ospedale civile di Piacenza, Policlinico di Milano e Le Scotte di Siena, presentato oggi, 22 giugno, a palazzo Lombardia. «Ci siamo chiesti cosa significa un tampone positivo se i sintomi sono scomparsi – spiega Fausto Baldanti, responsabile del reparto di Virologia del San Matteo – molti di questi soggetti hanno poche particelle virali». Per verificare se il nuovo coronavirus fosse ancora infettante o meno, i ricercatori hanno messo in coltura i campioni di 280 persone clinicamente guarite, con cariche virali basse, e visto se il virus era integro. «Se il virus è integro infatti, può infettare le cellule – continua Baldanti – su 280, abbiamo visto che il segnale di sopravvivenza del virus era meno del 3%. In fase di risoluzione sintomi, il loro virus non è quindi infettante».

Distinguere i “debolmente positivi”

Ecco perché l’assessore Giulio Gallera fa sapere che è stata avanzata una richiesta ufficiale all’Istituto Superiore di Sanità «di introdurre una netta distinzione dei casi “debolmente positivi” rispetto agli altri, in base alle nuove rilevazioni effettuate dalla comunità scientifica». La Lombardia infatti ha «avviato una vasta operazione di screening sierologica, alla quale seguiranno tamponi in caso di positività al prelievo ematico. Da questi esami emergeranno certamente nuove positività che dovranno essere però considerate nella giusta misura, al fine di non creare allarmismi e dare la dimensione vera e reale della diffusione del contagio nella nostra Regione che sta superando il momento emergenziale». Lo ribadisce anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri: «I tamponi che facciamo adesso hanno una quantità di materiale virale così bassa da essere incapaci di infettare le cellule. Ed è molto difficile che pazienti con tampone così poco positivo possano contagiare le persone. A questo punto penso che sia importante dirlo e qualificare questa positività, perché le persone che sentono dire che i contagi continuano e che l’80% dei positivi sono in Lombardia devono sapere che si tratta di tamponi con carica virale bassissima, che può benissimo non essere contagiosa».

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