Giusy Versace sfonda i muri del silenzio a Gorla Maggiore: per le vittime di violenza

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GORLA MAGGIORE – “Bisogna vedere, sentire e parlare per non lasciare da sola nemmeno una donna che ha subito violenza”. Un messaggio chiaro, forte e quanto mai attuale quello lanciato dalla parlamentare Giusy Versace che oggi, sabato 24 aprile, ha portato a Gorla Maggiore la mostra fotografica “I muri del silenzio”, precedentemente ospitata nel 2019 dalla Camera dei Deputati a Roma e da Regione Lombardia a Milano.

Onore per Gorla

«Siamo davvero onorati che la deputata abbia voluto portare la mostra proprio nel nostro Comune, dove rimarrà visitabile gratuitamente dal 25 aprile al 29 maggio», esordisce il sindaco di Gorla Maggiore, Pietro Zappamiglio. Versace infatti, dopo aver collaborato con l’amministrazione di Fare Comune per il progetto Gorla in donna, ha voluto continuare questa cooperazione virtuosa facendo proprio di Palazzo Terzaghi la sede per la mostra itinerante “I muri del silenzio”.

Basta con l’omertà

Si tratta di una raccolta fotografica che ritrae personaggi famosi, e non, in pose molto particolari: coprendosi occhi, bocca o orecchie, per simboleggiare appunto l’omertà che troppo spesso circola intorno alle donne vittime di violenza, abbandonandole a uno stato di isolamento economico e sociale. «Sono questi i muri del silenzio che dobbiamo abbattere e perciò, oltre alla mostra itinerante partita nel 2019 abbiamo anche realizzato un libro che raccoglie gli scatti e la cui vendita ci permetterà di aiutare concretamente le donne vittime di ogni tipo di violenza», spiega Versace, che ha infatti incontrato le rappresentanti di Eva Onlus e del centro Icore.

Donne lasciate sole

«Per una donna – continua l’atleta paralimpica – trovare il coraggio di denunciare è un grande sforzo, ma spesso quando lo fa rimane essenzialmente sola. In primis dal punto di vista economico e per moltissime italiane è difficile ricostruirsi una vita, sostenere i figli e tornare a vivere. Per ora abbiamo raccolto 2 mila euro, ma questo è solo l’inizio, perché vogliamo, e dobbiamo fare la differenza».

Non vedo, non sento, non parlo

La mostra è nata dall’idea della fotografa Mjriam Bon che, quasi per caso, chiedeva ai suoi modelli di posare con facce buffe, riproducendo per esempio le scimmiette del “non vedo, non sento, non parlo”, per rompere il ghiaccio. «Ho sempre tenuto questi scatti e poi un giorno, guardandoli tutti insieme, ho capito che potevo usarli per costruire qualcosa, per aiutare bambini, donne e uomini che avevano subito violenza. Perché nessuno chiuda più un occhio sul tema, ma parli, denunci e aiuti», racconta Bon.

Giusy Versace

Un aiuto concreto

La mostra è quindi visitabile fino al 29 maggio a Palazzo Terzaghi a Gorla Maggiore e si potrà anche acquistare il libro: 100 pagine e 75 scatti che raccontano storie, volti, sguardi e possibilità di un futuro migliore. Per ricevere una copia a casa basterà mandare un’email all’indirizzo info@imuridelsilenzio.it. «Chiediamo a chiunque possa di comprare questo testo perché i fondi verranno appunto devoluti ad associazioni che aiutano le donne a fuggire da situazioni terribili, e che purtroppo stanno diventando sempre più frequenti con il lockdown».

Uomini in prima linea

Un appello che arriva non solo da Versace, ma anche da altri due uomini che hanno voluto partecipare al progetto, a dimostrazione dell’importanza di educare il pubblico maschile. «Quando mi chiedono perché l’ho fatto rispondo semplicemente: perché no? Dobbiamo partire dai bambini, educandoli, informandoli affinché si crei un effetto domino e solo lavorando insieme possiamo fare la differenze», commenta con emozione il designer di moda Antonio Soggiu, che ha prestato il suo volto alla mostra.

Parole condivise anche da Daniele Stefani, cantautore che ha scritto anche una canzone, “La fiducia”, per l’occasione che ha voluto suonare al piano proprio nelle sale di Palazzo Terzaghi, accompagnato dalle immagini del collaboratore, Paolo Ruffini, dai volti di uomini e donne che dicono no alla violenza sulle donne e applaudito da chi ha lottato, e lotta, per dare supporto alle vittime. Giusy Versace, infatti, lo scorso novembre ha depositato una proposta di legge per istituire un servizio di supporto psicologico per chi ha subito soprusi dal proprio partner.

Serve rispetto

«Pensiamo di vivere in una società avanzata, ma potremo affermare di essere davvero evoluti solo quando tutti potranno ricevere un vero e degno rispetto. Non possiamo far finta di non vedere, anche perché spesso questi atti sono più vicini di quanto non pensiamo», ha aggiunto il sindaco, supportato dall’assessore alla Cultura, Antonella Scolfaro, al Sociale, Susy Pozzato e dal consigliere per la Disabilità, Annalisa Macchi, che hanno riconfermato l’impegno nell’eliminare tutte le forme di violenza sul territorio.

La vita è preziosa

«Io ho visto la morte in faccia – ricorda infine Versace ripensando a quell’incidente che le è costato l’uso delle gambe – e da lì ho capito quando potente e meravigliosa sia la vita. E ogni vita è degna di essere vissuta e rispettata. Perciò abbiamo concluso il libro e la nostra rassegna fotografica con uno scatto di Pinky giovane donna di origine indiana bruciata viva dal marito di fronte ai figli. Donna che è sopravvissuta e che ora dice: io esisto».

Giusy Versace alla festa della donna con 55 “modelle” di Gorla Maggiore

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