Gli 800mila euro di Librandi a Renzi. «Ho finanziato un progetto per l’Italia»

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GIanfranco Librandi

SARONNO – Sarà vero? “Vero” conferma il diretto interessato a Malpensa24. Stiamo parlando di 800mila euro versati da Gianfranco Librandi, imprenditore di Saronno e parlamentare di Italia Viva, alla Fondazione Open di Matteo Renzi, al centro di un’inchiesta della magistratura di Firenze sulla provenienza e sull’utilizzo dei fondi. Vicenda che sta suscitando un pandemonio sul versante politico, oltre a quello giudiziario. Fino al punto che i pm indagano sull’acquisto nell’estate del 2008 di una villa da parte dell’ex presidente del consiglio. La segnalazione, avvertono le cronache, era arrivata addirittura dall’antiriciclaggio.

Il nome dell’industriale di Saronno

Renzi parla di un’aggressione nei suoi confronti. Nel frattempo, l’Espresso anticipa oggi, giovedì 28 novembre, i nomi di veri o presunti finanziatori di Open che avrebbero versato qualcosa come 6,7 milioni di euro in totale. Somma che nella percentuale del 40 per cento non sarebbe mai stata denunciata come prevede la legge. Vero? Falso? In attesa di capire di più nel ginepraio di rivelazioni e smentite, spunta il nome di Librandi come munifico sostenitore di Open: 800mila euro è appunto il tesoretto, anzi, il tesoro che, secondo i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian, l’ex berlusconiano, poi ex Scelta civica e, prima di passare con Italia Viva, ex piddino avrebbe versato nelle casse della Fondazione attraverso la Tci Telecomunicazioni Italia e la Tci Elettromeccanica, due società a lui riconducibili. Sempre secondo il settimanale, Gianfranco Librandi sarebbe tra i più generosi finanziatori della politica: dal 2008 avrebbe donato qualcosa come mezzo milione di euro suddivisi tra i partiti dell’arco parlamentare. Sintetizza l’Espresso: “Da onorevole Librandi è rimasto poco in Scelta Civica, spostandosi prima nel Misto, per approdare poi al Pd nel luglio del 2017. Un autentico trasformista che Renzi ha voluto a tutti i costi nelle liste del partito per le politiche del marzo 2018: l’imprenditore Librandi, che ha finanziato Open con una somma monstre quasi doppia rispetto a quanto girato nel corso degli anni ai vari partiti che ha via via aiutato, è stato rieletto con il Pd in una comoda circoscrizione lombarda”.

“Non spendo i miei soldi in vacanze assurde”

Fin qui le notizie che girano oggi sugli online. E lui, Librandi, che cosa dice? Conferma di aver finanziato Open “con sistemi peraltro assolutamente legali” sottolinea al telefono. Poi, testuale: “Ci sono imprenditori che lavorano e guadagnano e spendono i loro soldi in barche, casinò, sport più o meno estremi, cavalli o assurde vacanze. Io li spendo per cercare di stabilizzare il nostro Paese. Ho scelto Matteo Renzi perché è l’unica persona che può riuscire in quest’impresa. Insomma, ho deciso di finanziare un progetto di sviluppo per l’Italia, versando somme in modo regolare e leggitimo, ribadisco, nell’arco di tre anni”. Punto. Dichiarazione che non ammetterebbe repliche, se non fossimo nel mezzo di una bufera politica, dentro la quale ogni singola parola può scatenare l’inferno. Che Librandi creda al progetto che ha inteso finanziarie è confermato dall’intervento di venerdì 22 novembre a Varese durante la presentazione, in sala Montanari, di Italia Viva. Lui, assieme a Maria Chiara Gadda e Ettore Rosato. Clima disteso una settimana fa, nulla lasciava presagire la tempesta. Al punto che in un’intervista al nostra giornale, Librandi dichiarava entusiasta: “Abbiamo salvato l’Italia dal baratro”.

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