“Hacker nazisti” alla conferenza dei Verdi di Varese. «Insulti sessisti e omofobi»

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VARESE – Non c’è limite al peggio. E ieri, lunedì 30 novembre, un gruppo di persone, definitisi “Hacker Nazisti” hanno sabotato la conferenza dei Verdi di Varese, coprendo anche i partecipanti di insulti sessisti, omofobi e particolarmente inquietanti. «I soliti idioti sono sempre in campo, ma noi non smetteremo di combatterli e li denunceremo», sostengono con fermezza Maurizia Punginelli e Massimilano Balestrero, co portavoce della Federazione dei Verdi della Provincia di Varese.

Svastica e bestemmie

Ieri sera, lunedì 30 novembre, 90 cittadini hanno accettato l’invito della Federazione dei Verdi della Provincia di Varese ad assistere alla conferenza del professor Roberto Cenci, consigliere regionale dei Cinque stelle, in tema di rifiuti. Sembrava tutto filare liscio, fino a quando il relatore non ha proiettato la penultima slide, che rappresentava l’importanza dell’educazione nel modificare il comportamento dei cittadini. A quel punto è comparsa sullo schermo una svastica rossa, disegnata ed accompagnata da bestemmie che, nello stupore generale, nessuno degli organizzatori ha potuto oscurare.

Queste persone si sono definite Hacker Nazisti. E dagli insulti sono passati alle bestemmie, all’incitazione alla violenza sulle donne e sugli omosessuali. «Quanto mi danno se brucio un frocio? E’ giusto picchiare le donne. Taci, sei una cosa non una persona», riportano i Verdi.

Non accetteremo questi affronti

La conferenza si è subito interrotta, ma i disturbatori hanno continuato a insultare e deridere. «Abbiamo provato a parlare con loro, facendo anche notare che stavano commettendo un reato. Ma siamo stati derisi. Questa mattina denunceremo tutto alla polizia Postale, includendo la registrazione della conferenza, chat, immagini eccetera e sporgeremo denuncia contro ignoti», sostengono gli organizzatori.

Amareggiati e profondamente turbati dall’accaduto. «Spiace vedere rappresentato, in una sola sera  tutto quel che il nostro partito da sempre combatte. Una buona ragione per continuare a difendere gli stessi fondamentali importanti diritti», dicono Punginelli e Balestrero.

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