M5s: «Quanti equivoci e coincidenze dal Comune di Rescaldina sulla sicurezza…»

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RESCALDINA – Nell’ultimo Consiglio comunale hanno dato “battaglia” sull’esclusione di due cittadini dai lavori del gruppo sulla sicurezza. E ora tornano alla carica, accusando la giunta del sindaco Gilles Ielo di non aver rispettato il regolamento, togliendo la parola al proprio consigliere. I Cinque Stelle di Rescaldina rinfocolano le polemiche dopo l’interrogazione urgente sul divieto nei confronti di due cittadini di assistere e partecipare all’incontro preliminare del 22 settembre del nascente gruppo di lavoro Sicurezza, istituito su loro proposta in seguito a una mozione approvata da tutto il Consiglio comunale. I due esclusi erano stati «candidati dal M5s – si legge nell’interrogazione – come componenti politici del gruppo (e comunicati alla comandante della Polizia locale già da luglio) per assistere ai lavori di composizione della parte civica. A tali cittadini, l’assessore alla Polizia locale e la comandante della PL hanno negato l’accesso, adducendo la motivazione che l’incontro si sarebbe svolto a porte chiuse. A tale incontro – precisano i grillini – hanno partecipato anche consiglieri comunali non facenti parte del suddetto gruppo di lavoro». Di qui la richiesta a sindaco e giunta delle ragioni che hanno portato a «tali decisioni discriminatorie» e di azioni da intraprendere nei confronti di chi le ha adottate.

«Risposte insoddisfacenti alla nostra interrogazione»

In un post diffuso sui social oggi, mercoledì 30 settembre, il Movimento 5 Stelle di Rescaldina giudica «insoddisfacente» la risposta dell’assessore alla Polizia locale, Gianluca Crugnola. «Si è appellato – spiega – a “questioni di sicurezza” o al pericolo di creare una discriminazione nei confronti degli altri gruppi politici che non avevano mandato loro rappresentanti, e asserito che anche se i cittadini avessero voluto partecipare come auditori, la cosa sarebbe stata comunque impossibile. Il sindaco ha poi aggiunto che non avrebbe preso alcun provvedimento in quanto si era trattato solo di un equivoco». Tutto chiarito, dunque? Nient’affatto, perché quando il consigliere pentastellato Massimo Oggioni ha ripreso la parola per replicare, e sostenere la volontà di partecipazione di cittadini volonterosi, «l’assessore e il vicesindaco (Enrico Rudoni, nda) hanno continuato a interrompere il nostro discorso con interventi fuori microfono e, soprattutto, il presidente del Consiglio (Massimo Gasparri) anziché richiamare all’ordine i disturbatori, come sarebbe suo dovere, ci ha tolto la parola, dicendoci, dopo neanche due minuti, di dare atto al regolamento. Peccato – argomenta l’M5s – che il regolamento, in merito alle interrogazioni, preveda che “alla risposta può replicare solo il consigliere interrogante, per dichiarare se sia soddisfatto o meno e per quali ragioni, contenendo il suo intervento entro cinque minuti”».

«Violato il regolamento, giunta col dente avvelenato»

In conclusione, per il Movimento si tratta, «come dice il sindaco, di “equivoci” o, diciamo noi, “coincidenze”. Coincidenza – attacca – che dopo una settimana di polemiche al vetriolo con l’assessore alla Polizia locale per la manifestazione organizzata nei boschi e poi sospesa grazie al nostro intervento, l’assessore, forse ancora con il dente avvelenato, ci rimbalzi a un incontro sulla sicurezza. E sempre di coincidenza si tratta quando il presidente del Consiglio ci censura, durante una interrogazione riguardante questo tema, in virtù di regole che dicono esattamente il contrario di quanto da lui affermato. Noi crediamo che siano stati lesi i principi democratici che dovrebbero animare i lavori del Consiglio comunale, e che a perpetrare questi atti sia stato proprio chi dovrebbe rappresentare tutto il Consiglio in maniera super partes, lo riteniamo un pericoloso campanello d’allarme».

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