I cuochi di Fipe ai fornelli per il pranzo di Capodanno alle persone bisognose

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VARESE – «Le nostre attività sono chiuse ma la nostra solidarietà non si ferma». Fipe Confcommercio e la Federazione italiana cuochi, con il suo Dipartimento solidarietà emergenza (Dse), nell’ultimo giorno dell’anno non hanno voluto fare mancare vicinanza e aiuto concreto alle persone più fragili, in difficoltà economica. In undici città italiane, una rappresentanza di cuochi delle due associazioni, hanno preparato i pasti per i bisognosi. Varese, come sempre, non ha fatto mancare il proprio contributo: Roberto Boccatonda (responsabile provinciale del Dse) e sua moglie Ketty Lentini, titolari della Locanda Antica Roma di Cunardo, hanno offerto il loro contributo cucinando nella sede Caritas di Milano.

Porta sempre aperta

Presente anche il presidente nazionale di Fipe Lino Stoppani, che ha lanciato a nome di tutta la categoria un messaggio chiaro e forte: «Con 160 giorni di chiusura forzata e la messa in discussione della sopravvivenza di tantissime imprese e posti di lavoro», ha rimarcato, «il 2020 è stato un anno a dir poco drammatico per la ristorazione italiana. Ma la solidarietà ha forse ancora più valore proprio nei tempi difficili: perché in questi momenti crescono disperazione e solitudine, ma anche perché aiutare gli altri ci aiuta a ricordare autenticamente chi siamo. Tristemente, in questi giorni non possiamo aprire le porte dei nostri locali, ma, in sicurezza, non rinunciamo ad aprire la porta della solidarietà a chi ne ha bisogno».

Sulla stessa linea il presidente di Federcuochi, Rocco Pozzullo: «La nostra Federazione è da presente in moltissime iniziative sociali e anche questa volta abbiamo scelto di esserci, per regalare un momento di gioia e condivisione a chi è stato messo in ginocchio dalla vita ed è rimasto solo».

Servono subito nuovi ristori

Giordano Ferrarese, presidente provinciale e consigliere nazionale di Fipe, insieme a Boccatonda sottolineano l’importanza del ruolo di carattere sociale ricoperto dai ristoratori e, a maggior ragione, colgono l’occasione per manifestare la preoccupazione per il futuro di molte imprese, anche nel Varesotto. «Tra Natale e Capodanno i pasti di asporto, che non molti ristoranti hanno proposto, hanno consentito incassi pari a non più del 15 per cento di quelli solitamente preventivati in questo periodo dell’anno, da sempre il più remunerativo per il nostro settore. L’allarme lanciato nei giorni scorsi da Confcommercio sulle previsioni di chiusure al primo semestre 2021 toccano da vicino soprattutto i ristoranti. Servono ristori cospicui per reggere i primi mesi del nuovo anno e serve annullare (e non rimandare) le imposte a nostro carico».

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