I “mille” di Galimberti all’ippodromo: ora tocca a Salvini e Meloni riempire le piazze

VARESE – Nel 2016 Davide Galimberti ha aperto la campagna elettorale al Teatro Santuccio segnando una presenza di pubblico (circa 300 persone) che a quell’epoca era sembrata un grande successo. Dalle tribune di via Sacco all’ippodromo di ieri sera (domenica 5 settembre) sono passati cinque anni. Ma il dato politico non è certo il tempo trascorso, bensì le 1000 persone (più o meno è questa la stima) presenti per ascoltare il sindaco uscente e candidato per il bis, i capolista e i programmi elettorali.

E quando ieri sera Galimberti, come battuta, ha detto: «Nell’entrare all’ippodromo e vedere tutta questa gente ho pensato ci fossero Matteo Salvini o Giorgia Meloni» ha di fatto alzato l’asticella. Non sappiamo quanto in maniera più o meno consapevole, ma il primo cittadino ha così lanciato la sfida. Perché a Varese nelle prossime settimane sono attesi diversi big della politica nazionale e sarà davvero curioso osservare la risposta dei varesini.

I mille di Galimberti

E’ inutile girarci troppo intorno: i mille (anche se fossero qualcosa meno, non cambia la sostanza) sono tanta roba per diversi motivi. Primo: i presenti sulle tribune dell’ippodromo erano quasi certamente tutti cittadini di Varese, venuti con un obiettivo ben preciso, ovvero ascoltare il sindaco e, a giudicare dagli applausi, confermare il loro supporto alle prossime elezioni. Secondo: al netto dei candidati in lista (circa 200 nella coalizione di Galimberti, ma non tutti presenti), muovere comunque un gran bel numero di persone in una domenica sera di fine estate, senza “prenderli per la gola” con stuzzichini e aperitivo e per parlare di amministrazione, ma anche di politica, di questi tempi non è certo una cosa normale. Terzo: all’apertura della campagna elettorale del centrosinistra varesino erano presenti i vertici nazionali (tutti del territorio), nessuno dei quali è “un riempi-piazza” dal calibro di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Certo, Galimberti (qualcuno dice) ha osato e rischiato a organizzare l’apertura all’ippodromo. C’è, infatti, una teoria che dice: “Meglio un posto piccolo pieno, che una location grande desolatamente vuota“. Insomma “bucare” avrebbe significa fare autogol. Perché la certezza sul numero dei presenti la coalizione di centrosinistra l’ha avuta al momento dell’evento. Anzi, una buona mezz’ora prima dell’inizio dei discorsi, quando le gradinate erano già ben animate e la gente continuava ad arrivare. Per un “opening” asciutto, lineare, impostato sui temi e dove le uniche due parentesi “pop” sono state il “daje” più volte ripetute dall’assessore Dino De Simone e il “1oo a zero” più volte gridato dal sindaco, sempre “stirato” e mai “stropicciato”, ma che, per una volta e per qualche minuto, ha messo in gioco emozioni ed emotività.

Una serata quella di ieri che segna un punto in questa campagna elettorale. Ora nel centrodestra, soprattutto i due partiti traino, ovvero Lega e Fratelli d’Italia, hanno il dovere morale di battere i mille di Galimberti. E ad entrambi le carte non mancano. I leghisti possono contare sulla presenza di Matteo Salvini, il quale ha già annunciato la sua presenza in città, mentre Fratelli d’Italia dovrà cercare di convincere Giorgia Meloni, che dovrebbe arrivare a Busto Arsizio, a spingersi fino a Varese.