I tamponi del sindaco di Cocquio Centrella “dividono” la Lega tra pro e contro

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VARESE – I tamponi del sindaco Danilo Centrella di Cocquio Trevisago hanno acceso un dibattito politico, anche all’interno della Lega, dove sull’iniziativa emergono sensibilità differenti. Lo si evince da un nota ufficiale del consigliere consigliere regionale Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e politiche sociali del Pirellone, nella quale senza mezzi termini, il leghista mette sul “chi va là” i primi cittadini che intendono intraprendere iniziative in autonomia e non autorizzate da Regione Lombardia e da una riflessione, emersa da un confronto telefonico, tra il segretario cittadino del carroccio di Busto Francesco Speroni e il consigliere Alessandro Albani, che invece, seppur con tutte le dovute precauzioni, reputano interessante l’esperimento del primo cittadino di Cocquio. Tra i sindaci del Varesotto, senza fare nomi e cognomi, ma con un riferimento che non suona come puramente casuale, si è anche espresso il primo cittadino di Gallarate Andrea Cassani.

Sui tamponi esce dal silenzio anche la Provincia

La posizione di Speroni e Albani suona anche come un invito a riflettere su quanto sta facendo Centrella. Anche se non si può dire che quella dei leghisti bustocchi sia una proposta al sindaco di Busto affinché ne valuti l’opportunità, poiché non è stata posta in quei termini. E qualora lo fosse non avrebbe gambe, in quanto Emanuele Antonelli, in veste di presidente a Villa Recalcati, fa uscire la Provincia dal silenzio e scrive una lettera ai sindaci in cui, sui test, li invita ad agire “sotto la supervisione della Regione Lombardia, senza fughe in avanti”. Questo in sintesi il dibattito politico in corso su un argomento scientifico molto delicato e altrettanto sentito da parte di amministratori e cittadini.

Qui sotto riportiamo gli interventi del consigliere Monti e quello di Francesco Speroni e Alessandro Albani.

Monti: «Fidatevi solo dei test certificati di Regione Lombardia»

Regione Lombardia dal 21 aprile parte con un test affidabile e certificato. I Comuni non si affidino a test non autorizzati. Il professor Alessandro Venturi, presidente del Policlinico San Matteo di Pavia, ha chiarito la questione dei test sierologici che in questi giorni alcuni sindaci lombardi stanno erogando con laboratori privati sul territorio. E sostenuto che l’efficacia di questi test non è dimostrata: non sono difatti autorizzati da Regione Lombardia, né dalle Ats territoriali. Non sono certificati da Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Adottare dunque per la popolazione test non certificati è altamente sconsigliato e il grado di rischio di falsi esiti è molto alto con la conseguenza di dare ad alcuni cittadini sbagliate o parziali informazioni sul proprio stato di salute . E’ chiara la necessità di sottoporre a screening la popolazione e i tamponi naso-faringei limitati dal quantitativo risibile di reagenti non è la soluzione che ci permette di aumentare la quantità giornaliera di test effettuati. Il Governatore Fontana ha recentemente annunciato una grande innovazione lombarda con un test certificato da Aifa e Fda, l’Agenzia americana, che garantisce un’altissima affidabilità nei risultati e dal 21 Aprile partirà appunto con progressione lo screening sulla popolazione. Colgo pertanto l’occasione per invitare gli amministratori locali a porre la massima attenzione alla questione; oltre ad esporre ad un pericolo sanitario i propri cittadini, con esiti non affidabili dei test a cui sottoporsi, acquistare per gli screening locali test di dubbia efficacia con fondi pubblici potrebbe anche configurare un possibile danno erariale. E in ogni caso, la salute dei lombardi merita il massimo rispetto e la massima attenzione. Regione Lombardia è in prima fila nella lotta al coronavirus e per questo è necessaria la collaborazione di tutti i Sindaci lombardi di ogni colore politico. (Nel video la posizione del professor Venturi).

Speroni e Albani: «»

Si evince che il test in questione (quello effettuato dal sindaco di Cocquio) si effettua tramite prelievo ematochimico, eseguito con l’aiuto di Croce Rossa, Protezione Civile, Infermieri e medici volontari e, a sostegno del costo, con il supporto di donazioni di aziende e di benefattori locali. Il dott. Centrella riferisce l’importanza del rigore scientifico nell’utilizzo dei test, ma anche che la necessità impellente di sottoporlo alla cittadinanza per un monitoraggio del contagio fa si che questi non abbiano ancora una sensibilità del 100%, ma comunque superiore del 95%. Un maggiore rigore scientifico si prospetta comunque a breve grazie ai trials clinici che verranno effettuati nel caso di Cocquio grazie al supporto di Cnr e università di Genova. I risultati dei test in questione ci indicano qual è la siero prevalenza, ossia quanta gente è stata a contatto con il virus ed è stata infettata dallo stesso, mentre per l’immunità dalle Igg c’è ancora moltissimo da capire: se c’è, se funziona e quanto dura.

L’aspetto fondamentale riguarda la specificità e la sensibilità del test. Per fare un esempio, un semplice raffreddore stagionale (raro in questa stagione), che è un ceppo dei coronavirus, potrebbe sviluppare in un individuo anticorpi simili a quelli dello specifico Covid, che quindi potrebbero essere rilevati dal test e dunque falsarne il risultato; nonostante questo, come già detto, va ricordato che la sensibilità è del 95% sul risultato. Ovviamente il test non è da intendersi ad uso individuale, infatti nel momento in cui si rileva una reazione immunitaria con anticorpi stabilizzati non deve indurre a comportamenti irresponsabili per se stessi e la comunità.
Il sindaco Centrella incalza sostenendo che con questo test, chiaramente, non si vuole avere l’ambizione di fornire un “patentino di immunità”, non potendolo infatti garantire, ma quella di intraprendere uno studio epidemiologico attraverso uno screening su un’ampia fascia di popolazione, con l’obiettivo poi di individuare soggetti a rischio per ulteriori necessari approfondimenti clinici.

Abbiamo trovato certamente interessante il progetto e, per quanto consapevoli delle criticità dell’esame sopra citate, ritengono possa essere un ottimo strumento proprio per intercettare i soggetti a rischio, ossia quelli che risultano positivi alla risposta immunitaria, condividendo al contempo la posizione del sindaco sulla necessità, in questo caso, di ulteriori approfondimenti attraverso tamponi orofaringei o di direttive da un ente superiore sulla gestione dei singoli casi.

L’Ats Insubria si è resa disponibile a valutare i dati che verranno rilevati dalla somministrazione del test su volontari appartenenti a questa fascia di popolazione del Varesotto, per poi avviare uno studio in termini epidemiologici e per formulare valutazioni accurate sulla gestione dell’emergenza su più ampia scala.

Il Comitato tecnico scientifico e il ministero della Salute, secondo quanto apprende l’ANSA, hanno definito ed indicato le piattaforme che dovranno essere utilizzate per l’esecuzione ed il processamento dei test sierologici. Si tratta dei sistemi Clia e/o Elisa per “la rilevazione di IgG specifiche, anticorpi neutralizzanti per il SarsCov2”. E’ previsto che tali piattaforme debbano essere presenti almeno in un laboratorio per Regione.
Gli esami Elisa eseguito a cocquio rispondono alle indicazioni nazionali richieste.

Partendo quindi dal modello di Cocquio crediamo sia importante riflettere circa l’utilità che questa sperimentazione potrebbe avere anche sul nostro territorio, ovviamente designando le scelte più appropriate in merito ai modi e alla scelta del test agli esperti del settore, ricordando sempre e comunque l’importanza di non rinunciare al rispetto di comportamenti igienico sanitari adeguati, all’uso dei DPI e al distanziamento o eventuale isolamento sociale, come le Istituzioni e i DM richiedono. In questo momento di grave emergenza sanitaria, contestualmente a quella economica (il dramma nel dramma), in previsione di una “Fase 2”, qualunque tipo di strumento utile, come può essere quello dei test sierologici appropriatamente usati e con il massimo del rigore scientifico (indicato dagli specialisti), deve essere tenuto in considerazione, ma soprattutto sottolineiamo l’importanza di un’unità politica nella mission di combattere il Covid-19, che lasci da parte ogni sterile polemica e veicoli il massimo sforzo alla tutela della salute dell’intera comunità. Solo attraverso un efficace e sincero lavoro di rete che vede come protagonisti la politica, le istituzioni e tutti i cittadini, possiamo avere la speranza di superare questo drammatico momento.

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