Il 25 Aprile di Busto: due piazze con polemica. Il sindaco: «Vogliono dividere»

BUSTO ARSIZIO – Momenti di polemica e di contestazione alla manifestazione del 25 Aprile di Busto Arsizio. È il sindaco Emanuele Antonelli a sollevare il “caso” delle due piazze, parlando di «divisioni e tensioni» sulla festa di Liberazione: «Verrebbe da dire che verrà il momento di decidere in che piazza stare, ma non va detto – la frecciatina all’Anpi di Busto che ha aderito ad entrambe le manifestazioni – perché questa è la bellezza della libertà. Questa amministrazione lo sa, non so gli altri». Doveva essere una festa che unisce, ma viene macchiata dalla polemica sulla doppia manifestazione, con la piazza del Comitato Antifascista che si è aggiunta a quella della celebrazione istituzionale. «Ma non c’è nessuna contrapposizione» garantisce Liberto Losa, presidente dell’Anpi.

La piazza istituzionale

Il corteo, molto più partecipato del solito, parte dal Monumento ai Caduti di piazza Trento e Trieste e arriva al Monumento alla Resistenza e della Deportazione di via Fratelli d’Italia, dove vengono posate le corone di fiori, alla presenza del partigiano Adelio Borlandelli. Poi la banda di Borsano suona, mentre nella piazzetta Angioletto Castiglioni, a fianco del Tempio Civico, tutto è pronto per i discorsi ufficiali. Appena la banda smette, dal fondo del corteo, dove ci sono le bandiere del circolo Gagarin e diversi fazzoletti partigiani, sale un coro “Bella ciao” che si conclude con un applauso e il grido “Ora e sempre resistenza”. Poi inizia a parlare il sindaco.

Lo scontro

«Perché un’altra manifestazione a cento metri da qui, mezz’ora dopo quella istituzionale? La risposta che mi sono dato è che non vogliono festeggiare con chi è stato democraticamente eletto, ma in un’enclave a parte, in cui si ritengono depositari della verità» le parole di Antonelli. «Siamo anche qui» contesta dal pubblico l’ex consigliere comunale Salvatore Vita, che era tra i militanti di sinistra che avevano appena cantato “Bella ciao”. «Non siamo fuori». Poi il sindaco si rivolge alle associazioni, tra cui Anpi, che hanno «contribuito» al calendario delle manifestazioni istituzionali: «Verrebbe da dire che per tutte verrà il momento di decidere se stare nella piazza aperta a tutti o nella piazzetta degli opposti estremismi».

Ma Liberto Losa, presidente dell’Anpi di Busto, chiarisce che «non c’è nessuna contrapposizione tra le due piazze», quella di piazza Vittorio Emanuele è «una manifestazione successiva, un momento di festa ulteriore organizzato in modo diverso».

I discorsi ufficiali

E se il sindaco Antonelli ringrazia «i giovani, che hanno approfondito queste tematiche e che sono la nostra speranza», Losa ribadisce che «l’obiettivo giusto è mantenere e difendere la Costituzione». E il relatore ufficiale, il prof. Giorgio Vecchio, esperto della Resistenza, ricorda che quella elaborata dopo la Liberazione «è una costituzione Antifascista che nasce dalla volontà di costruire un sistema politico di segno opposto a quello fascista», ma anche che «l’Europa unita è nata dalla comune resistenza armata e dalla comune resistenza disarmata». In prima fila, con il sindaco, il vicepresidente Pd della Provincia di Varese Valentina Verga, la presidente del consiglio comunale Laura Rogora, la vicesindaco Manuela Maffioli, gli assessori Salvatore Loschiavo e Paola Reguzzoni, i capigruppo di opposizione Gigi Farioli (PRL), Maurizio Maggioni (PD) e Franco Cascio (Progetto in comune), oltre al Prevosto monsignor Severino Pagani e ai rappresentanti delle forze dell’ordine.

La piazza Antifascista

In piazza Vittorio Emanuele si ritrova la rete di associazioni, partiti e sindacati riunita attorno al Comitato Antifascista. «Nata da un tavolo condiviso – chiarisce il portavoce del comitato Elis Ferracini – ma non siamo contro. Noi la nostra festa la facciamo dopo perché tutti siano liberi di partecipare all’una e all’altra e di scegliere se esserci o non esserci». Al centro della piazza c’è la lettera della dirigente scolastica di Firenze Annalisa Savino dopo l’aggressione al Liceo Leonardo da Vinci, con i bambini che esprimono la loro creatività sui fogli di carta posati a terra. «Su quel pestaggio fascista il governo per giorni ha taciuto poi ha attaccato la dirigente» ricorda Mariella Pecchini dell’Anpi di Busto. Intervengono in tanti, dalla Rete degli Studenti Medi, con la giovanissima Alessia, alle “famiglie arcobaleno”. Si parla di scuola, sanità, lavoro, pace, con l’accento che spesso torna sul pericolo fascista. Perché «chi è fascista, fascista rimane», come ribadisce più volte Ferracini.

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