Somma, 25 Aprile in ricordo di Attilio Galli. Bellaria: «Cercava luce dopo le tenebre»

Cittadini, associazioni, autorità, benvenuti alla cerimonia per ricordare #Insieme il 78° anniversario della nostra ritrovata Libertà.

Dal 2016, anno in cui si è scelto di tornare a celebrare il 25 Aprile qui, davanti al monumento che omaggia i Partigiani caduti, abbiamo ricordato le figure di giovani che hanno scelto la via della Resistenza per immaginare e quindi costruire un mondo diverso da quello in cui erano nati e vissuti: un mondo di Pace e di Libertà per tutti.

Ciascuno di loro aveva davanti a sé un futuro ampio e radioso, fatto di attese, di speranze, di possibilità. Per costruirlo non hanno esitato a lanciarsi verso l’ignoto, a rischiare la loro stessa esistenza, a sacrificarla in nome di un Paese che fosse edificato su pilastri di Uguaglianza, Democrazia, Libertà. Alcuni di loro come Isaia Bianco e Bruno Colombo non erano neppure maggiorenni.

Oggi, invece, ricordiamo Attilio Galli, uomo maturo che fece la sua scelta di lotta contro il regime fascista nel 1937, a 54 anni di età. Per questo, come abbiamo ascoltato, fu arrestato e condannato al confino politico.

Dopo una brevissima parentesi di libertà, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943, fu nuovamente arrestato e deportato nel campo di concentramento di Fossemburg, dove poi incontrò la morte. Attilio aveva già vissuto gran parte della sua esistenza prima di iniziare la sua battaglia per una società differente, una società che passasse dal nero imperante a mille differenti e possibili colori. Non ha pensato fosse un compito da affidare ad altri, magari più giovani…

Anzi ha iniziato il suo impegno nel momento in cui, la seconda metà degli anni trenta, il regime fascista poteva contare anche nel nostro Paese sul massimo consenso popolare.

Non eravamo nell’estate del 1943 quando gli alleati erano sbarcati in Italia e tutto lasciava presagire una rapida conclusione delle ostilità e l’imminente crollo del regime. Ma Attilio e altri come lui, come non ricordare il Presidente Pertini o Altiero Spinelli, per citarne alcuni, non hanno dubitato che fosse comunque quello il tempo dell’impegno, il tempo in cui alle tenebre potesse seguire, magari inaspettatamente la luce.

Quella di Attilio è una “battaglia” significativa per come e quando è iniziata, ma anche per come si è conclusa: con un gesto di estrema generosità.

Poco prima di morire, consapevole che avesse poche possibilità di ritornare a casa, ha donato il cibo che aveva, pochi pezzi di pane, a due deportati, più giovani di lui. Entrambi, a differenza sua, sono sopravvissuti a quelle tremende prove e ne hanno potuto dare testimonianza.

Forse anche per questo, per un postumo e significativo “scherzo” del Destino, Attilio è l’unico deportato ad avere dedicate due pietre d’inciampo: una a Sesto Calende, paese dove nacque e una davanti al Municipio di Somma Lombardo, sua Città d’adozione.

Dalla storia di Attilio deriviamo, tra gli altri, due preziosi insegnamenti.

Il primo è che la costruzione e la difesa della Libertà sono compiti che spettano a ciascuno, non ci sono limiti. Non è mai troppo presto o troppo tardi. Non si è mai troppo giovani o troppo in là con gli anni. Non c’è mai da attendere una condizione più o meno favorevole. Siamo sempre chiamati a dare il meglio di noi stessi. Il secondo è che i gesti di generosità, anche quelli più semplici, nascosti, umili, possono produrre nel tempo conseguenze meravigliose ed inattese.

Per questo il modo migliore per ricordare (riportare al cuore) ed onorare la memoria di Attilio e di tutte le donne e gli uomini che si sono sacrificati per la nostra Libertà, è quello di fare qui ed ora, con gioia, la nostra piccola, ma fondamentale, parte per edificare una Somma più bella, giusta, accogliente e solidale e perché no speranzosa e “Sorridente”, come lo era l’Italia al risveglio, quella mattina di settantotto anni fa.

Grazie Attilio, Somma ti è riconoscente.

Buon 25 Aprile a tutti!

Il sindaco Stefano Bellaria

somma 25 aprile attilio galli – MALPENSA24