Il delitto più grave: l’abitudine al malaffare

lonate ndrangheta malaffare

Quasi non ci si stupisce più. Le notizie del malaffare che caratterizza il Basso Varesotto sono all’ordine del giorno, tra corruzione e infiltrazioni mafiose, in un susseguirsi di eventi che riguardano la malavita organizzata come una classe politica che sembra aver espulso da se stessa gli anticorpi capaci di evitare il malcostume di questi ultimi anni, addirittura di questi mesi. Sarebbe pleonastico ribadire quanti e quali episodi delittuosi abbiano riempito le cronache: li conosciamo tutti o, quanto meno, dovremmo esserne a conoscenza benché sia facile, in un simile contesto, archiviare già il giorno dopo quanto ci viene messo a conoscenza dai media rispetto a quanto accade ed è accaduto di inquietante, e rispetto alle operazioni della magistratura e delle forze dell’ordine.

Il rischio, forse più di un rischio una amara realtà, è che ci stiamo abituando a tutto: al sindaco che imbroglia le carte a suo personale beneficio, al ‘ndraghetista che, in scia alla cosca di appartenenza, fa affari loschi. Il tutto con a corollario quella malavita di piccolo cabotaggio che contribuisce ad alimentare le zone d’ombra del territorio in cui viviamo. Nemmeno vale a consolazione il fatto che Gallaratese, Bustese e Alto Milanese non sono l’unica isola del male del nostro Paese, ma attengono a quella diffusa criminalità di cui, come si diceva, abbiamo quotidiana contezza.

Giovanni Falcone affermava: segui i soldi, troverai la mafia. Aveva ragione: attorno a Malpensa sono tante le occasioni di business. Probabilmente non è un caso che i clan abbiano eletto proprio Lonate Pozzolo a loro luogo di riferimento. Lonate è un comune di frontiera, non certo e non tanto perché si trova ai margini della provincia di Varese, quanto per la sua collocazione geografica baricentrica tra Milano, il Piemonte e, appunto, l’aeroporto. Insomma, un posto strategico, crocevia ineludibile e a suo modo protetto di traffici illeciti. Un posto ideale per i boss e i loro sodali dove prendere residenza e consumare reati. A maggior ragione con la contiguità di una politica debole sul versante etico, disponibile ben oltre Lonate Pozzolo, perlomeno nel recente passato e a leggere le ordinanze dei pubblici ministeri, ad intrecci più o meno cercati e, in alcuni casi, consolidati. Una melassa che emerge piano piano, in tutta la sua preoccupante dimensione.

Le indagini, gli arresti e le imputazioni di questi ultimi tempi, dalla Mensa dei poveri fino alla clamorosa retata di oggi, 4 luglio, rimandano però al riscatto dello Stato e, nello Stato, della stragrande maggioranza di cittadini onesti, che mai vorrebbero mischiarsi con l’illecito e, anzi, si impegnano per rifare l’immagine a un territorio che già alcuni anni fa una definizione giornalistica dipingeva come una sorta di Gangster city. Vero, ci stiamo abituando alle notizie del malaffare, ma non possiamo di sicuro abituarci al malaffare come cifra distintiva della nostra quotidianità. Questo sì, sarebbe un delitto ancora più grave di qualunque altro.

Lonate ‘ndrangheta malaffare politica – MALPENSA24