Inchiesta “Mensa dei poveri», quando Petrone e Caianiello imperavano a Somma

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SOMMA LOMBARDO – Inchiesta “Mensa dei poveri”, la magistratura ha messo gli occhi anche sulla città di Somma Lombardo e in particolare sull’ultimo anno di governo del centrodestra. Era il 2015 e l’assessore all’Urbanistica era Alberto Bilardo – arrestato lo scorso 7 maggio – mentre dirigente a Palazzo Viani Visconti con ampi poteri c’era Alessandro Petrone, anche lui in carcere da un mese esatto. Ma nei corridoi del municipio, una volta, si aggirò persino Nino Caianiello, considerato dai pm al vertice del presunto sistema corruttivo e per questo anche lui dietro le sbarre: c’era da decidere l’appalto milionario per la riqualificazione dell’illuminazione pubblica.

Mobbing  e terrore

E’quanto emerge dagli interrogatori effettuati nelle ultime settimane ad altrettanti funzionari (o ex) del Comune di Somma Lombardo che davanti ai pm hanno raccontato il clima di terrore che si respirava in quei mesi, fatto di mobbing, demensionamenti, scelte discutibili, incomprensioni. «Un mese dopo la nomina di Petrone, avvenuta a ottobre 2014, mi veniva notificato un procedimento disciplinare del tutto pretestuoso ma al chiaro fine di togliermi di mezzo», ha raccontato al pm l’ex responsabile dei Lavori pubblici. Ne seguì un altro poco dopo, che le costò la sospensione dal servizio. «Io ho denunciato la vicenda di mobbing tramite il mio legale, tuttavia Petrone è riuscito a ottenere il suo obiettivo collocandomi in una posizione di nessuna responsabilità».

Sull’illuminazione spunta Caianiello

Secondo la ex dipendente, l’avversione di Petrone nei suoi confronti nacque dalla sua contrarietà ad affidare tramite project financing la riqualificazione totale dell’illuminazione pubblica, un cantiere da svariati milioni di euro. «Feci notare che data l’importanza dell’appalto era necessario seguire le procedure previste dal codice degli appalti, evitando affidamenti diretti e comunque verificando mediante Consip l’esistenza di eventuali convenzioni». Petrone, però, non ne voleva sapere. Fu la nuova amministrazione di centrosinistra ad annullare l’affidamento poco dopo la vittoria elettorale del giugno 2015, rivolgendosi a Consip e facendo così risparmiare al Comune di Somma – rivelò l’attuale sindaco Stefano Bellaria pochi mesi fa in consiglio comunale – qualcosa come due milioni di euro per un progetto molto simile. La funzionaria ha ricordato in procura un altro episodio curioso, ovvero di un incontro fissato dall’allora assessore Bilardo con una società interessata all’appalto per l’illuminazione pubblica. «Al tavolo mi trovai Caianiello». A che titolo era lì?

Nuovo Mossolani e molto altro

Gli altri due funzionari comunali sentiti come persone informate dei fatti hanno raccontato di quei mesi con Petrone al comando dell’Urbanistica e dei Lavori pubblici in Comune a Somma. Oltre alla frana di Somma, su cui l’ex sindaco di Lonate fece importanti rivelazioni dal carcere, c’è di più. «Petrone ci pressava con continue richieste, al fine di accelerare i termini. Il tutto si è tradotto nel settore Lavori pubblici con alcune procedure che poi si sono rilevate illegittime e che successivamente sono state annullate dall’amministrazione comunale». Ricordano in particolare un piano esecutivo poco lontano dal Castello e il progetto del nuovo centro sportivo Mossolani, anch’esso stralciato dalla nuova maggioranza subito dopo l’insediamento. Su questa operazione e sull’illuminazione pubblica, emerge da uno degli interrogatori, «constatavo una vera e propria ossessione da parte di Petrone», a tal punto «da farci pensare che avesse degli interessi personali».

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