Illuminazione pubblica, Somma perde il ricorso al Tar. «Ma abbiamo risparmiato»

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SOMMA LOMBARDO – Euroimpianti Electronic srl, ovvero la società privata che avrebbe dovuto riqualificare tutto l’impianto d’illuminazione pubblica di Somma Lombardo (un investimento complessivo da circa 8 milioni di euro) al posto di Consip, ha vinto il ricorso presentato al Tar a febbraio 2017 «per accertare la responsabilità contrattuale e precontrattuale dell’ente». I giudici amministrativi hanno infatti condannato il Comune a un ristoro (tutto compreso) di circa 8mila euro. Ne chiedevano 123mila.

L’illuminazione della discordia

Com’è noto, la giunta di Stefano Bellaria decise un anno e mezzo dopo la sua elezione (giugno 2015) di stralciare il project financing trovato in eredità dal centrodestra per aderire alla piattaforma pubblica Consip che, spiegò il sindaco più volte, «garantisce maggiore convenienza economica così come ha dimostrato l’analisi di comparazione». Fu questa la decisione presa dal centrosinistra dopo mesi trascorsi a effettuare verifiche per stabilire «la correttezza procedurale degli atti e il rispetto degli elementi di economicità e congruità» di quella che venne considerata come una delle tante patate bollenti trovate nei cassetti. E così il privato, escluso nonostante i precedenti inquilini di Palazzo Viani Visconti gli avessero già aggiudicato provvisoriamente il project financing, presentò ricorso il centoventesimo giorno, l’ultimo utile per poter far valere le proprie ragioni. Chiese al Comune 123mila euro di danni, principalmente come rimborso per le spese che dovette sostenere. Ne ha ottenuti soltanto 8mila.

Abbiamo risparmiato un milione e mezzo di euro

Nonostante la sconfitta in tribunale, Bellaria appare soddisfatto: «Dobbiamo corrispondere alla controparte 8mila euro a fronte di un risparmio di circa un milione e mezzo di euro grazie alla scelta di attivare la convenzione Consip Luce3. Una scelta che molti di noi hanno imitato tempo dopo, non ultimo il sindaco di Gallarate Andrea Cassani che soltanto la scorsa estate ne spiegava i notevoli risparmi a fronte di un impianto di illuminazione pubblica completamente rinnovato». Con la sentenza in mano, Bellaria non manca di sferrare una stoccata agli avversari di centrodestra: «Veniamo condannati dal Tar perché l’istruttoria sul project privato è stata svolta dalla precedente amministrazione (testuali parole del giudice) in modo superficiale. Cioè, chi ora fa le pulci alle virgole e le punte agli spilli ha rischiato, grazie alla sua fretta preelettorale, di far spendere ai sommesi circa 1,5 milioni di euro in più».

La Panda non è la Ferrari

Tirato in causa, seppure senza fare nome e cognome, l’ex assessore ai Lavori pubblici Alberto Barcaro (Lega), oggi capogruppo d’opposizione, replica: «Se lo ritiene opportuno il sindaco faccia pure una segnalazione alla Corte dei Conti, io sono tranquillo perché il mio operato in amministrazione è sempre stato trasparente». Nel merito della vicenda, Barcaro dice che, «se si legge la sentenza, bisogna leggerla tutta». E spiega: «Il giudice dice espressamente che i due progetti non erano paragonabili. Noi avevamo scelto una Ferrari, loro una Panda, quindi è normale che il progetto di Euroimpianti Electronic costava di più. E poi la sentenza sottolinea il fatto che, se volevano sospendere il project financing, avrebbero dovuto farlo subito e non dopo sedici mesi. Se oggi il Comune è costretto a pagare 8mila euro è anche colpa del loro temporeggiamento».

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