Il lungo viaggio della cazzuola che 60 anni fa servì a costruire la scuola di Albizzate

cazzuola scuola dante albizzate

ALBIZZATE – A 60 anni di distanza dalla posa della prima la scuola primaria “Dante Alighieri” ha festeggiato l’anniversario con il ritorno della cazzuola che nel 1959 venne utilizzata per sigillarla.

La posa della prima pietra

Era domenica il 18 ottobre 1959 di pomeriggio alle tre, il sindaco di allora Luigi Taddei invitò i sindaci dei paesi vicini, Solbiate Arno e Sumirago, e le autorità locali. Tra loro c’erano gli onorevoli Alessandrini e Azimonti e i dirigenti del Credito Varesino e del Credito Italiano, due banche del territorio. Tutti insieme apposero la loro firma su di una pergamena che venne poi inserita in un tubo di piombo e immesso in un foro ricavato in un masso assieme alle monete metalliche in corso in quel periodo ed una medaglia con l’effigie del pontefice Giovanni XXIII.

La cazzuola benedetta

La cazzuola non fu usata da un muratore bensì dal parroco di allora, don Giuseppe Albeni, che benedisse questo iniziale masso, fondamenta della scuola. E la cazzuola, sulla quale è incisa la data del 18 ottobre 1959, fece parecchia strada. Don Albeni la donò a Livio Frudua, giornalista de La Prealpina, il quale si trasferì con la moglie a Imola. E’ proprio da lì che è tornata grazie a Fernanda Magnini, sorella di Maria Eva, moglie del cronista dello storico quotidiano locale.

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La cerimonia

La storia della cazzuola è stata narrata questa mattina, 18 ottobre, dal vicesindaco Eliana Brusa ai ragazzi della scuola prima che venisse scoperta da parte del dirigente Deborah Salvo e da una nipote della famiglia Magnini, Leila. La teca contenente la cazzuola ha due targhette, una per ricordare il 60esimo anniversario e un’altra con una frase presa a prestito da San Josemaria Escrivà de Balaguer (fondatore dell’Opus Dei), che dice:

Sii tu come la vecchia pietra nascosta nelle fondamenta, sotto terra, dove nessuno ti veda: proprio per te la casa non crollerà

Questo è l’augurio espresso ai ragazzi: che siano pietre angolari sulle quali poggiano la famiglia, il paese e l’Italia intera. La cerimonia è proseguita con l’intervento del sindaco Mirko Zorzo e la benedizione di don Mario Morstabilini. Naturalmente insieme all’inno di Mameli i ragazzi hanno cantato anche il nuovo inno di Albizzate.

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