Il nostro territorio pagherà gli attacchi a Francia e Germania

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Daniele Marantelli

di Daniele Marantelli

Quarant’anni fa le Brigate Rosse assassinarono Guido Rossa, un operaio dell’Italsider  di Genova coraggioso, un militante del P.C.I., padre di una bambina piccola, Sabina, che ho conosciuto nella comune esperienza parlamentare. Una bella persona.
Guido Rossa, per gli ideali di libertà e giustizia sociale, ha pagato un prezzo altissimo: quello della vita. Bene ha fatto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad andare in quella fabbrica a ricordare una vicenda esemplare che segnò uno spartiacque nella storia recente del nostro Paese. I terroristi furono isolati, le grandi forze politiche popolari, l’unità del sindacato, sconfissero il terrorismo, difesero la democrazia e la libertà, senza limitare i diritti dei cittadini con provvedimenti eccezionali.

In un tempo che sembra cancellare la memoria, le radici migliori, che esalta la dimensione rozza, semplificata, spesso violenta, nel confronto delle idee, insulta e delegittima l’avversario, cancella i tratti di quell’umanità italiana così apprezzata nel mondo, è un dovere civico contrastare ogni forma di ignoranza, ricordando quei giorni terribili. Ero a Genova ai funerali. Quel sabato 27 gennaio 1979 faceva molto freddo. La presenza  del Presidente Sandro Pertini, di Enrico Berlinguer e di Luciano Lama, nonostante la gelida pioggerellina, scaldarono i cuori delle migliaia di persone presenti. Una risposta democratica imponente. Per me un’esperienza incancellabile. Per i giovani di oggi, una preziosa  pagina da leggere per andare incontro al futuro.

Sento il bisogno di riflettere su questi giorni così diversi, densi di novità. Mai era accaduto che Ministri del nostro Governo attaccassero la Germania e la Francia, con le modalità adottate dai due attuali Vicepremier Di Maio e Salvini. Con quali vantaggi per l’Italia e, specificamente, per il nostro territorio? Germania e Francia, al centro di un’Europa matrigna, si narra. Sorvoliamo pure sul fatto che dopo 400 anni di guerre sanguinose e di tragedie, il nostro Continente ha conosciuto 70 anni di pace. Facciamo finta, per un momento, che i legami storici, culturali, geografici, non abbiano valore. Aggiungiamo che il progetto degli Stati Uniti d’Europa di Carlo Cattaneo e Altiero Spinelli non sia condiviso dai due Vicepremier a differenza di chi, come me, ha sempre sognato un’Europa dei popoli e federale.

Ma vogliamo anche ignorare che Germania e Francia , proprio a partire dai dati della nostra Provincia, sono i due Paesi al mondo nei quali esportiamo di più? Anche una banale logica di convenienza, se è così ed è così, consiglierebbe un diverso comportamento. Questo, con ogni evidenza, non aiuta le imprese e i lavoratori del nostro territorio. Si è mai visto un salumiere che accoglie il suo migliore cliente insultandolo e indicandolo al disprezzo degli altri presenti nel negozio in quel momento?

La Germania e la Francia hanno recentemente sottoscritto ad Aquisgrana, attraverso la Merkel e Macron, un importante accordo tra i due Paesi. Al centro vi è la Difesa Comune Europea. Giova ricordare che il Piano di Difesa Comune Europeo è l’unico, a Trattati vigenti, che può essere concretamente perseguito. Il Governo italiano vi vuole partecipare da protagonista o no? Ci scandalizziamo che la Francia vuole rivedere l’accordo fra la nostra Fincantieri e il gruppo di Saint Nazaire. Ma i francesi, considerato che in quei cantieri si realizzeranno anche sottomarini nucleari, come dovrebbero reagire di fronte ai violenti attacchi, studiati a freddo per evidenti interessi di partito, subiti in queste settimane dai due politici italiani di 5 Stelle Lega?

All’Italia conviene partecipare al Piano di Difesa Comune Europeo con i suoi asset principali. Che sono tre. Elicotteri, addestratori, navi. I primi due sono un orgoglio del nostro territorio e garantiscono lavoro ad alto valore aggiunto a migliaia di persone non solo nelle ex Agusta o Aermacchi, ma a decine di imprese qualificate dell’indotto. Mi auguro che un sussulto di razionalità induca il Governo, così come suggerito anche da importanti esponenti del mondo delle associazioni di categoria e del sindacato del nostro territorio, a smontare una strategia così suicida. Se non produciamo crescita e ricchezza con quali risorse e per quanto tempo potremo garantire ai nostri cittadini scuole, sanità, sicurezza, trasporti pubblici?

Lunedì 28 alle ore 21 al collegio De Filippi, a Varese, sarà presente,  per la prima volta in un incontro aperto al pubblico, Nicola Zingaretti, uomo di spessore internazionale, abituato ad unire e vincere. Comprenderà facilmente di  quante formidabili risorse dispone questa terra di frontiera, tradizionalmente aperta al mondo.

Se nel nostro Paese prevarrà l’egemonia culturale nazionalista saremo isolati nell’Unione Europea, impauriti, inutilmente incattiviti. Questa strada ci porterebbe al declino. Partire dalla realtà, valorizzare le energie che hanno assicurato per decenni alle nostre comunità sviluppo e benessere, mettere al centro i valori della libertà, del lavoro, della giustizia sociale e della solidarietà è la via maestra per sconfiggere le intollerabili disuguaglianze. Il nostro territorio, crocevia naturale di popoli e culture, anche grazie a infrastrutture materiali e immateriali importanti, a partire da Malpensa, può essere un esempio e una speranza per tutto il Paese.

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