Il PD di Busto attacca centrodestra e Antonelli: «Su Accam avete fallito»

Accam inceneritore rogo fallimento

BUSTO ARSIZIO – Accam: il Partito Democratico chiede al centrodestra bustocco di assumersi le responsabilità di una politica fallimentare, attacca il sindaco Emanuele Antonelli, per aver disertato l’ultimo incontro dei soci e per non aver rappresentato, in quanto sindaco della sesta città della Lombardia (oltre che socio di maggioranza) «una guida autorevole per tutti i Comuni del Consorzio».

E ora chi paga?

La domanda se la pone a nome di tutto il partito il segretario cittadino piddino Paolo Pedotti, il quale chiede in una nota ufficiale: «Chi pagherà i costi della bonifica ora che la Regione a guida leghista si è tirata indietro? Chi si farà carico del futuro dei dipendenti e delle loro famiglie? Il valore delle quote di Accam in caso di fallimento sarà nullo: chi si assumerà la responsabilità politica di aver bruciato soldi pubblici?».

Palazzo Gilardoni ha deciso di non decidere

In questi anni – si legge nella nota del PD – l’amministrazione di Busto ha sempre deciso di non decidere, talvolta appoggiando la posizione della Lega che si diceva a favore della chiusura dell’impianto, senza prevedere e fare i conti sui costi della messa in liquidazione. Come principale partito di minoranza non possiamo che chiedere conto della responsabilità politica di tale non scelta.

Pedotti poi punta il dito su un’altra criticità: ovvero l’uscita dall’in house e soprattutto il rischio che la società non possa partecipare alle gare d’appalto promosse dai Comuni di soci per affidare il servizio di smaltimento.

I Comuni soci dovranno provvedere ad assegnare l’attività di smaltimento tramite gare pubbliche, alle quali Accam avrebbe dovuto competere in una situazione di difficoltà per via della scarsa manutenzione degli ultimi anni e di un futuro incerto: la scadenza del contratto di locazione con il Comune di Busto al 2025 e quella del piano industriale al 2027. Tuttavia, Accam rischia di non poter nemmeno partecipare a tali gare a causa dell’incendio che ha danneggiato gravemente le turbine che svolgevano la funzione di produzione di energia, verosimilmente uno dei requisiti necessari o punteggi di merito per arrivare all’assegnazione. Data anche l’assenza di assicurazioni e la reticenza dei comuni soci, Accam si trova a un passo dal fallimento.

Il grande assente

Ci dispiace, infine, che – prosegue la nota – il sindaco Antonelli fosse assente alla scorsa assemblea dei soci. Il fallimento più grande per la sesta città della Lombardia è quello di non aver rappresentato una guida autorevole per tutti i comuni del Consorzio. Il valore di Accam, infatti, andava oltre all’attività che svolgeva, rappresentando un unicum a livello nazionale in grado di creare e mantenere sinergie a cavallo tra due province divise da un confine meramente amministrativo. La responsabilità politica della situazione per noi è chiara e non può che risiedere in quella maggioranza che per 27 anni ha amministrato e amministra ancora un Comune che non si è rivelato all’altezza del proprio futuro e di quello dei suoi cittadini.

La posizione del PD

La situazione in cui versa Accam è critica e non lo abbiamo appreso di certo dalle ultime notizie di cronaca. Già da tempo, infatti, il gruppo consiliare del Partito Democratico di Busto aveva preso una posizione forte sull’inceneritore, chiedendone l’azzeramento del Cda con la nomina di un amministratore unico sin da prima che l’inchiesta Mensa dei poveri portasse a un cambio dei vertici. Parallelamente, abbiamo auspicato invano che la società si aprisse a una nuova progettualità coinvolgendo altri partner del territorio che avrebbero potuto portare a un futuro migliore sia nell’ipotesi di un revamping sia in quella di una diversa gestione dello smaltimento dei rifiuti.

busto accam partito democratico – MALPENSA24