Il Pd: ospedale unico nel sedime del Circolo di Busto, a Gallarate il Pot

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BUSTO ARSIZIO – Il Partito democratico convoca i giornalisti al bar davanti all’ingresso dell’ospedale di Busto Arsizio. E spariglia. Propone infatti che l’ipotizzato nosocomio unico con Gallarate, annunciato un paio d’anni fa dalla Regione, debba essere realizzato all’interno del perimetro dell’attuale ospedale di Circolo, proprio a Busto Arsizio. Idea che ha un suo perché, anzi, più d’uno. E senza penalizzare la “cugina” Gallarate, la cui struttura sanitaria, il Sant’Antonio Abate, verrebbe riconvertita in Pot, cioè un presidio per ricoveri a bassa intensità, per pazienti cronici, anziani e lungodegenti, con annessi ambulatori per i cosiddetti servizi territoriali. Insomma, una piccola rivoluzione concettuale rispetto ai progetti di Palazzo Lombardia e delle amministrazioni civiche delle due città interessate, che invece hanno individuato per il futuro edificio sanitario un’area di Beata Giuliana, a metà strada tra Busto e Gallarate.
Tra gli altri ne parlano in conferenza stampa, il segretario provinciale dem e consigliere regionale, Samuele Astuti, Margherita Silvestrini, esponente piddina gallaratese, Valentina Verga per Busto Arsizio, più una nutrita schiera di rappresentanti dei circoli del Basso Varesotto che hanno elaborato la proposta. Manca Somma Lombardo, dove è in attività un ospedale già oggi destinato alla riabilitazione e alla lungodegenza, che potrebbe entrare in conflitto con Gallarate, se mai dovesse decollare l’idea del Pd. Astuti assicura però che sullo sfondo non vi sono affatto questioni di campanile o di protezionismo locale. Ne prendiamo atto.

Le proposte dem

Da dove muove il Partito democratico? Innanzitutto dalla drammatica, emergenziale situazione dei due ospedali al centro del dibattito. Mancanza di medici, reparti in affanno, efficienza e funzionalità delle cure a rischio. Gestione difficile per una serie di altri motivi. Ad esempio: il Circolo e il Sant’Antonio Abate hanno sistemi informatici diversi, che non si parlano. Urgono soluzioni per arginare il depotenziamento in atto e la fuga di medici e pazienti verso Legnano ed altre Asst meno disastrate. Un primo, urgente intervento per tamponare la carenza di sanitari, sostiene il Pd, dovrebbe riguardare l’apertura straordinaria di concorsi, per assumere personale per i due Pronto soccorso, anche a medici non specializzati in medicina d’urgenza, come hanno fatto altre aziende. Subito dopo va ripensata l’intera progettualità per il futuro. Ospedale unico concentrato a Busto Arsizio, dove esistono spazi sufficienti ad ospitare i nuovi padiglioni.

Soluzioni urbanistiche e finanziarie sostenibili

Di più, molti degli attuali padiglioni potrebbero essere riutilizzati o riconvertiti, così da evitare il “deserto” urbanistico che si creerebbe con il trasferimento a Beata Giuliana. Quartiere, quest’ultimo, che eviterebbe il caos viabilistico previsto con la presenza di un ospedale. “Tra l’altro – sottolinea Astuti – si consumerebbe meno territorio”. Risparmi garantiti anche sul versante economico: il nuovo ospedale richiede un esborso di almeno 500/600 milioni di euro. “Soldi che non ci sono e che difficilmente possono essere reperiti dalla Regione”. Benefici previsti anche per quanto riguarda i tempi di realizzazione: cinque/sei anni per il nuovo nosocomio a Beata Giuliana, molti meno se realizzato accanto al Circolo.
Il Partito democratico è convinto della bontà della sua idea anche per quanto riguarda Gallarate: il Sant’Antonio Abate non sarebbe abbandonato ma riconvertito.

Dalla Regione soltanto chiacchiere

Detto ciò, gli esponenti dem osservano i silenzi che caratterizzano Regione e amministrazioni civiche attorno al problema complessivo. “Roberto Maroni lanciò il progetto più di due anni fa: da allora soltanto chiacchiere” avvertono i democratici. Di più: l’accordo di programma sottoscritto tra gli enti istituzionali, Regione e Comuni, sarebbe già scaduto: “Ha validità un anno, bisogna rifare tutto”. In essere ci sarebbero soltanto i 500mila euro stanziati per la fase progettuale. Soldi postati a bilancio da Palazzo Lombardia, ma inutilizzati. Di progetti non se ne sono ancora visti.

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