Il Polo culturale per Vanzaghello: ovvero, la volpe e l’uva

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VANZAGHELLO – C’era una volta una volpe che vagava tranquilla per il Castanese. Aveva appena letto un libricino e si stava avventurando in cerca di altre cose da leggere verso Vanzaghello, appena dentro la provincia milanese.

Era già mattina inoltrata, e si accorse che la voglia di un buon libro, di uno spettacolo teatrale, di un concerto all’aria aperta… era tanta e aveva gli stessi effetti della fame; iniziava infatti a sentire sonori brontolii provenire dal suo pancino.

A un certo punto, dopo aver camminato per un po’, vide un bel giardino, su un cartello lesse: “Polo” e da fuori il recinto riusciva a vedere scaffali lunghi di volumi vecchi e nuovi, statue su piedistalli e strumenti musicali ovunque, con fotografie incorniciate appese agli alberi e molto altro.

La volpe controllò che non ci fossero pericoli in vista e si avvicinò furtiva, voleva entrare nel giardino e assaporare della Cultura. Non c’era nessuno nelle vicinanze. Era il momento perfetto per entrare e prendersi uno di quei magnifici libri!

Una volta dentro il recinto, la volpe prese la rincorsa e… hop! fece un balzo cercando di raggiungere un alto scaffale, ma niente: non ci arrivò.

La volpe allora prese un po’ più di rincorsa e hop! fece un altro balzo, ma anche questo non era abbastanza alto per riuscire ad arrivare al libro appoggiato sul ripiano.

La volpe allora provò a prendere una rincorsa ancora più lunga e hop! niente, non arrivò a prendere il libro.

Intanto il suo pancino brontolava sempre più dalla fame di Cultura.

La volpe provò e riprovò. Le mancava sempre un soffio per prendere il libro dallo scaffale, ma non c’era verso: non riusciva ad arrivarci! Stremata dalla fatica e dalla fame, la povera volpe guardò se nel “Polo” ci fossero altri libri o altri oggetti di Cultura, magari più bassi, da poter prendere… ma niente, erano tutti più in alto di quello che lei aveva cercato con tutte le sue forze di acciuffare.

La volpe diede un ultimo lungo sguardo al libro con la copertina colorata che tanto aveva sognato di leggere, e per non ammettere di non essere riuscita nella sua impresa, si disse: – Meglio così, tanto di sicuro quel libro (e ogni cosa qui dentro) non è buono e averla per me mi avrebbe solo fatto venire mal di pancia! – anche se sapeva benissimo che non era vero.

Così, sconsolata e ancora più affamata, si allontanò con la coda tra le gambe. Si mise in cerca di qualcos’altro che sfamasse la sua voglia di Cultura, cercando questa volta di adocchiare ciò che avrebbe fatto suo con certezza.

La morale del racconto, in breve, è: non disprezzate ciò che non riuscite a ottenere.

Insieme per Vanzaghello

Vanzaghello fuori dal Polo culturale del Castanese. Minoranza sulle barricate

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