Il sindaco Cassani: giù le mani dal pronto soccorso di Gallarate

pronto soccorso cassani

GALLARATE – La proposta di unificare i reparti dei due ospedali di Busto Arsizio e Gallarate, così come emersa dall’incontro di venerdì 22 giugno tra i gli operatori sanitari, il governatore lombardo Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, riguarda anche i pronto soccorso. Soprattutto i pronto soccorso, fortemente penalizzati dalla mancanza di medici e, di conseguenza, in serie difficoltà operative e gestionali. Al punto che per risolvere il grave problema è spuntata l’ipotesi di chiudere il reparto gallaratese di emergenza urgenza e di trasferirlo a Busto Arsizio.

L’ipotesi di chiusura

Ne ha fatto cenno Filippo Crivelli, storico primario di anatomia patologica che, nella riunione ai bustesi Molini Marzoli, ha parlato a nome dei suoi colleghi. Minima la distanza tra i due nosocomi, relativi i disagi per l’utenza.  Per dirla in chiaro: in attesa dell’ospedale unico, che risolverebbe tutti i guai, è il momento delle scelte coraggiose anche se impopolari. Crivelli l’ha fatto intendere senza infingimenti, sostenuto nel suo intervento da Carlo Costantini, responsabile dell’unità di Medicina del Sant’Antonio Abate. Costantini ha illustrato un quadro di riferimento disastroso relativo agli organici, non più sostenibile.

Malcontento pronto ad esplodere

E’però scontato che l’eventuale chiusura del pronto soccorso gallaratese generi malcontento e polemiche, fino a riaccendere vecchie contrapposizioni di campanile tra Busto  Arsizio e Gallarate. E allora? Andrea Cassani, primo cittadino gallaratese, è convinto che la razionalizzazione tra i reparti sia cosa  buona e giusta. Ma il pronto soccorso è una priorità sanitaria che non può essere cancellata. Sentiamolo: “Comprendo tutti i problemi gestionali dell’Asst della Valle Olona, non posso però accettare che il pronto soccorso lasci il Sant’Antonio Abate. Almeno fino a che non sarà realizzato l’ospedale unico, struttura baricentrica tra le due città. Credo sia una questione di buon senso e di opportunità per Gallarate e per il circondario”.

Serve un’altra soluzione

La carenza di medici impone però della decisioni anche drastiche. Che fare? Di nuovo Cassani: “Un conto è arrivare fino a Busto per un intervento chirurgico programmato. Un altro è avere bisogno di una prestazione in emergenza. Sono favorevole alla razionalizzazione, ma che non penalizzi i cittadini. Certo, del pronto soccorso spesso si abusa. I dati parlano di un numero altissimo di codici bianchi e verdi, cioè di pazienti che potrebbero tranquillamente rivolgersi al medico di famiglia, ma a parte questa considerazione ritengo inaccettabile penalizzare Gallarate e i suoi cittadini. Almeno, ripeto, finché non sarà in funzione il nuovo ospedale”.

La gente sta col sindacopronto soccorso cassani

La posizione di Cassani è probabilmente la stessa della stragrande maggioranza dei cittadini: un conto è unificare e trasferire un reparto di ortopedia o di chirurgia, un altro chiudere un pronto soccorso, la cui funzione non si discute.
Il messaggio è chiaro: giù le mani dal pronto soccorso. Regione e dirigenza dell’Asst ne dovranno prendere atto e agire di conseguenza. Con quali soluzioni lo diranno loro. Ma in fretta, perché la drammatica “fotografia” che è stata fatta del contesto ospedaliero bustese e gallaratese non ammette più indeterminatezze.

Pronto soccorso cassani – MALPENSA24