Il teatro di Varese va all’asta. Il sipario potrebbe riaprirsi alla Schiranna

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VARESE – Spettacoli in riva al lago. Tra le alternative valutate a Palazzo Estense per il “dopo Teatro di Varese” ci sarebbe anche quella di costruire una nuova struttura alla Schiranna. Il condizionale è d’obbligo, perché se anche la delibera votata sul tema dalla giunta comunale cita nero su bianco lo «smontaggio della struttura» di piazza Repubblica, il testo lascia la porta aperta a diverse soluzioni. Filippo De Sanctis, direttore organizzativo dell’attuale teatro, ha parlato nelle scorse ore di un lungo lavoro «con l’Amministrazione per trovare una sala alternativa», di «diverse possibilità vagliate» e di una soluzione «vicina». Poi le indiscrezioni su una collocazione periferica e sulla capacità di ospitare eventi di varia natura. Un identikit che corrisponde all’area del lido, dove abitualmente si tiene anche la Fiera.

Addio a piazza Repubblica?

Che nel progetto di Palazzo Estense non rientri la permanenza del teatro lì dove si trova da diciannove anni è cosa nota, anche perché, nel rifacimento complessivo di piazza Repubblica, al suo posto dovrebbe sorgere il mercato coperto. La struttura attuale, poi, è di proprietà di un’azienda, il Gruppo 2A srl, fallita nell’agosto 2018; da qui è partito un lungo procedimento legale che porterà, a metà del prossimo febbraio, a un’asta sull’immobile. A completare il quadro ci sono la proprietà comunale dell’area su cui il teatro si trova, una convenzione tra amministrazione e azienda proprietaria rinnovata più volte ma scaduta lo scorso 15 gennaio e una differenza tra proprietà e gestione, con quest’ultima esercitata fino a dieci giorni fa dal Teatro Stabile d’Insubria Associazione Culturale.

Poche ore prima che la convenzione finisse i suoi effetti, il 12 gennaio, ecco la riunione di Giunta che ha tracciato le ipotesi sul prossimo futuro. Innanzitutto la sottoscrizione di un altro accordo “ponte”, «della durata di massimo mesi 3 – si legge nella delibera – così da consentire al fallimento il perfezionamento delle operazioni di vendita». Periodo in cui Palazzo Estense avrà in concessione esclusiva il teatro.

Cosa potrebbe accadere (con e senza acquirente)

Se nessuno si facesse avanti entro il prossimo 15 aprile, ecco che «la concessionaria dovrà concordare con il Comune le modalità che consentano lo smontaggio e/o la permanenza della struttura in loco, entro i 60 giorni successivi». Ipotesi, quella della permanenza, che è tutt’altro che secondaria. Se ci fosse un acquirente, invece, con lui verrebbe stipulata una nuova concessione, «non rinnovabile» e «della durata di mesi 39 (dal 16.04.2021 al 15.07.2024)». Tempo che potrebbe servire a Palazzo Estense per ultimare progetto e lavori del Politeama.

Arrivati all’estate 2024, la delibera della giunta impone, «salvo diversa indicazione da parte dell’amministrazione, lo smantellamento della struttura entro i 120 giorni successivi». Termine che potrà essere prorogato di un ulteriore mese «a fronte di comprovate difficoltà tecniche o logistiche nelle opere di rimozione e di ripristino dell’area». Calendario alla mano, quindi, prima di Natale 2024 il Teatro di Varese dovrebbe scomparire.

L’ipotesi del doppio teatro

Data per certa la volontà di investire sul vecchio Politeama, la presenza artistica in città potrebbe raddoppiare. Non solo perché i documenti ufficiali non chiudono del tutto la porta neppure a una permanenza di una struttura in piazza Repubblica, con le indicazioni del Comune che nel prossimo aprile o tra tre anni potrebbero ancora cambiare tutto, ma anche perché, in caso di addio al centro, di una seconda struttura parla apertamente il direttore De Sanctis. E chissà che quest’ultima non possa sorgere proprio sulla riva del lago.

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