Frascella indagato per corruzione, Police (Pd): «Cassano non è questa»

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Tommaso Police, segretario del Pd di Cassano Magnago

CASSANO MAGNAGO – Una presunta dazione da 147.500 euro più Iva mette nei guai due tra i volti più noti del centrodestra di Cassano Magnago degli ultimi vent’anni: Alberto Bilardo e ora anche Antonio Frascella, ex amministratore di Sieco dimessosi nel 2019. «Si è dimesso su nostra richiesta», ricorda il segretario del Pd Tommaso Police (nella foto in alto). «Lui come tutte le altre persone cassanesi coinvolte a vario titolo nelle indagini di Mensa dei poveri hanno fatto un passo indietro».

Non erano dimissioni avventate

A distanza di un anno dal terremoto giudiziario che ha coinvolto Forza Italia in provincia di Varese, il Pd di Cassano sottolinea come l’immediata richiesta di dimissioni non fosse avventata. Soprattutto alla luce di quanto emerso ora, ovvero con il nome di Antonio Frascella che compare nell’avviso di conclusione delle indagini di Mensa dei poveri con la pesantissima accusa di corruzione. «Il nostro obiettivo primario era (ed è tuttora) mettere al riparo l’Ente Comune di Cassano Magnago da questa vicenda in quanto estraneo», dichiara Police. «Qualcuno all’epoca mi disse che sbagliavo a chiedere le dimissioni, oggi a distanza di un anno dico che le dimissioni erano doverose, non avremmo mai potuto continuare l’attività amministrativa con la situazione di tensione che si era venuta a creare, non si sarebbe mai potuta garantire la serenità per andare avanti».

Danno d’immagine

La giustizia farà ora il suo corso e non è compito della politica giudicare ed emettere sentenze. Le accuse nei confronti dell’esponente di Forza Italia però sono gravi e se dovessero essere confermate, secondo il portavoce dem «segnerebbero purtroppo ulteriormente in negativo l’immagine della nostra città essendoci un amministratore cassanese coinvolto». E spiega: «Ci tengo a sottolineare che Cassano Magnago non è questa, è ben altro per fortuna e l’eventuale danno di immagine nei confronti della nostra città causato da chi rivestiva un incarico pubblico sarebbe grande. La stragrande maggioranza dei cittadini cassanesi sono persone perbene e per rispetto nei loro confronti tutti noi che ricopriamo ruoli pubblici abbiamo il dovere di mantenere un comportamento consono al ruolo anche al di fuori delle sedi ufficiali. Vedere il nome della nostra città associato anche a queste indagini è sgradevole vista l’estraneità del Comune. A mio parere, chi rappresenta le istituzioni o società pubbliche dovrebbe sempre mantenere un atteggiamento di rispetto che non danneggi l’immagine della città. Oggi nel 2020 delle sorti di Frascella ci interessa ben poco, non essendo più alla guida di Sieco».

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