Trema la politica di Cassano. Tutti gli uomini alla corte di Caianielllo

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CASSANO MAGNAGO – L’elenco del Partito democratico di Cassano Magnago con la richiesta di dimissioni è destinato ad allungarsi. Perché nell’ordinanza relativa al terremoto giudiziario che ha portato in carcere il plenipotenziario di Forza Italia Nino Caianiello e alcuni componenti della sua galassia, compaiono diversi esponenti della politica cassanese. Mai il sindaco Nicola Poliseno, che da questa vicenda ne esce immacolato, ma due componenti della sua giunta (Paola Saporiti e Salvatore Maida) e persino il presidente della Sieco Antonio Frascella, la società che gestisce i rifiuti in città. Saporiti è colpita dalla misura cautelare dell’obbligo della firma, mentre gli altri due non risultano indagati. Ma al di là degli aspetti relativi all’inchiesta e alle eventuali responsabilità sotto il profilo giuridico, in questo momento le opposizioni premono sull’opportunità politica di rimanere al loro posto dopo quanto si legge nelle carte della magistratura, che rischia di creare un vero e proprio terremoto a Villa Oliva. Ecco cosa c’è scritto.

La busta da 500 euro

Come già emerso nei giorni scorsi Saporiti verrebbe incastrata da un’intercettazione ambientale, un video in cui consegna una busta contenente 500 euro in contanti, spiegando che si tratta della decima parte dell’incarico ottenuto dalla sorella Giovanna in Alfa. Un sistema di cui, si legge nell’ordinanza, l’assessore all’Istruzione, Salvatore Maida, era a conoscenza. Il componente dell’esecutivo, infatti, qualche giorno prima viene convocato da Caianiello, «il quale ordina perentoriamente di riferire alla  sua collega di giunta di eseguire un bonifico, tramite il suo studio commercialistico, di un importo pari al 10 per cento del valore degli incarichi ricevuti, minacciando espressamente che, in caso contrario, non le verranno assegnati altri incarichi. “…prima che poi io mi incazzo e vengo a Cassano…è venuta fino a qua a rompermi i coglioni…”», dice il mullah, riguarda a una vicenda di cui Maida, si legge nell’ordinanza «afferma di essere già a conoscenza, per averne parlato con Antonio Frascella». Dice ancora Caianiello: “…no perchè qua non deve venire nessuno perchè io non voglio avere nessuno, no?!…prende e fà il bonifico di almeno..no!?…come studio e tutto il resto, mette il 10 per cento di un incarico e il 10 per cento di un altro e lo fa come bonifico..come studio commercialista e non c’ cacasse o cazzo..almeno cioè..poi la prossima volta vaffanculo che non prende più incarico…”». Sottolinea il gip: «L’Assessore Maida mostra di aver perfettamente capito il messaggio da veicolare (a riprova di un sistema illecito perfettamente collaudato e diffusamente conosciuto relativo agli incarichi pilotati delle aziende municipalizzate)».

Frascella e la Variante al Pgt

Frascella non soltanto appare dunque come persona informata del caso Saporiti, ma il suo nome nell’ordinanza ricompare quando la magistratura analizza la condotta dell’ormai ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, Alessandro Petrone, in merito alla Variante al Pgt. Si legge nelle 710 pagine prodotte dal tribunale di Milano: «…Petrone di una non meglio precisata questione di Antonio, riferendosi, verosimilmente, ad Antonio Frascella – altro “uomo” di Caianiello-, amministratore unico della società in house Sieco di Cassano Magnago ed ex coordinatore di Forza Italia, nonchè socio della Immobiliare Val Pozzolo, società proprietaria di alcuni terreni ubicati nel Comune di Gallarate per i quali sono state avanzate proposte di modifica di destinazione d’uso nell’Ambito di Trasformazione At12 del Pgt in corso di approvazione. Caianiello nel corso della conversazione significativamente afferma “le cose di Antonio vanno messe a posto…”, ma escogitando un metodo adeguato al fine di evitare che possa apparire come un favoritismo: “…ora non può essere messa a posto ad hoc questa qua…no, allora si deve fare un ragionamento…”».

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