Una busta con 500 euro al Mullah mette nei guai Saporiti, assessore a Cassano

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CASSANO MAGNAGO – Una busta, contenente 500 euro in contanti consegnata all’ “ambulatorio” di Nino Caianiello, mette nei guai Paola Saporiti, assessore alla Sicurezza di Cassano Magnago. Secondo gli inquirenti, quel denaro è la “decima” che la componente dell’esecutivo cassanese consegna al plenipotenziario di Forza Italia per l’assegnazione dell’incarico di sindaco effettivo di Alfa, attribuito alla sorella Giovanna Saporiti, di professione commercialista.

La busta con 500 euro

La misura cautelare che ha colpito Paola Saporiti è l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tutti i giorni della settimana, esclusa la domenica, negli orari che concorderà con le Autorità proposte ai controlli. A incastrarla ci sarebbe un’intercettazione ambientale effettuata dagli inquirenti al bar di via Ferrario in cui Caianiello “riceveva”, a tal punto da averlo ribattezzato come “l’ambulatorio”. Nel frame del video pubblicato qui sopra si documenta il passaggio di denaro tra il mullah e una persona seduta di fronte a lui.
Tornando alla vicenda Saporiti, l’assessore cassanese si sarebbe presentata il 26 giugno 2018 al cospetto del mullah consegnandogli una busta contenente 500 euro in contanti, spiegando che si tratta della decima parte dell’incarico ottenuto dalla sorella Giovanna in Alfa.  Si legge nell’intercettazione: «…io ti devo questo!…è la famosa decima…ok. Così non vedono bonifici, niente..(inc.le)..ok?!….c’è qualcosa in più, però va bene così…dovrebbe essere 500, contali! ok!…no è che aveva..siccome bonifica..ho detto glieli porto, così…», specificando appunto che ha preferito tale modalità in quanto in questo modo «…non vedono bonifici, niente…».
Cinquecento euro, spiegano gli inquirenti, è qualcosa in più della decima parte della retribuzione che Giovanna Saporiti ha percepito dalla società in house Alfa, per l’anno 2017, ovvero un compenso lordo pari a 4.686,58 euro. Ma non è un gesto di generosità. L’assessore di Cassano, secondo il gip Raffaella Mascarino, «non si limita a “saldare il debito”: getta le basi sia per il rinnovo di quest’ultimo incarico (che puntualmente si verificherà), sia per l’ottenimento di consulenze da parte dello studio professionale di cui è a capo». Sempre dal tribunale di Milano sostengono come l’indagata, «dietro un’immagine apparentemente ingenua, riveli un’indole perfettamente consapevole dei meccanismi attraverso i quali funziona il “sistema” insediato e mantenuto da Caianiello in provincia di Varese. Ella stessa ricopre l’incarico pubblico di assessore all’interno del Comune di Cassano Magnago ed è perfettamente consapevole che è soltanto grazie a Caianiello che si trova in quella posizione».

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Al momento resta dov’è

Saporiti potrebbe avere le ore contate a Villa Oliva come assessore. Raggiunto telefonicamente, il sindaco Nicola Poliseno dice che sta valutando se e quale provvedimento prendere nei confronti della componente della sua giunta. Non si esclude la revoca dell’incarico. Dichiara il primo cittadino: «Sono a conoscenza dell’indagine e ho già avuto conferma che nulla ha a che vedere con l’attività del Comune in sé. Ho parlato anche con Paola Saporiti, la quale mi ha confermato che la vicenda è legata alla sua attività professionale. Valuterò nelle prossime ore la strada migliore da prendere a tutela della città che, certamente, non mi piace venga nominata in questi contesti».

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