“Come navette in un opificio 2”, sculture tessili allo Spazio Farioli

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BUSTO ARSIZIO – “Orizzonti tessuti su trame di rotte costanti”: è ciò che potranno ammirare i visitatori dello Spazio Arte Carlo Farioli di Busto Arsizio alla mostra “Come navette in un opificio 2”. La personale di Francesco Marelli, che presenterà un ciclo di sculture realizzate dall’artista con tessuti e macchine tessili, sarà inaugurata domenica 12 maggio alle 18 e proseguirà fino al 2 giugno.

Finale a sopresa

“Navi, navicelle, navette. Senza vela, senza mare. Orizzonti tessuti su trame di rotte costanti: l’opificio, porto sicuro per fili dalle mille tinte, ricovero di navette, navette. E ancora colore”. Così l’artista Giulio Calegari ha descritto nel testo di presentazione “Come navette in un opificio 2”, personale di Francesco Marelli. L’esposizione porterà allo Spazio Farioli un ciclo di opere appartenenti alla sua recente produzione, ovvero sculture realizzate con tessuti e macchine tessili.
Francesco Marelli è scultore e docente di scenografia al liceo artistico di Busto Arsizio. Numerose sono le mostre personali e le partecipazioni a collettive ed eventi caratterizzati dal suo segno d’artista, traccia sottile di gesti e suoni trasformati in scultura. La musica, parte sostanziale del suo lavoro, viene utilizzata in eventi poetici e scientifici, in una continua sperimentazione transculturale, dove il suono si fonde con le parole. Presente come figura di spicco in spettacoli importanti, a Milano al Teatro Filodrammatici e all’Elfo Puccini, e a Monza al Teatro Binario Sette, ha approfondito anche la conoscenza del repertorio della canzone popolare lombarda portandola in numerose manifestazioni.
In occasione dell’esposizione allo Spazio Farioli, sono in programma due appuntamenti. Venerdì 24 maggio, al ristorante “La Rava e la Fava” di Busto Arsizio, si terrà alle 22 “Dalle fusarole a chissà dove” con Francesco Marelli, Giulio Calegari, Dome Bulfaro e Massimiliano Varotto. Domenica 2 giugno, alle 18, nella sede di via Silvio Pellico, la chiusura della mostra avrà un finale a sorpresa.

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