Istituto Facchinetti, il giallo dei 25 milioni: «Non servono. S’intervenga sulle criticità»

BUSTO ARSIZIO – Sono un “giallo” i 25 milioni di euro per la riqualificazione dell’Isis Facchinetti di via Azimonti, al confine con Castellanza, una previsione (priva di stanziamento) inserita nella rinnovata convenzione tra il Comune di Busto Arsizio e la Provincia di Varese, comproprietari (con il Comune di Castellanza) dello storico edificio progettato dall’architetto bustocco Richino Castiglioni. «Ci sono delle criticità da sistemare e delle potenzialità da valorizzare, ma la nostra scuola è strutturalmente a posto, e i ragazzi ci vivono bene» rivendica la preside del Facchinetti, la professoressa Anna Bressan, da una vita in questa scuola come insegnante prima di diventarne vicepreside e, da un anno, dirigente scolastica. «Non sappiamo da dove possano spuntare quei 25 milioni – ammette la preside – ma il nostro istituto in questi anni è stato interessato da diversi interventi di manutenzione, tuttora in corso, e non necessita assolutamente di quelle cifre». Con la nuova convenzione approvata in consiglio comunale a Busto, viene confermata la destinazione scolastica del Facchinetti: in passato la Provincia aveva immaginato di spostare l’istituto nel nuovo campus scolastico di Beata Giuliana, poi tramontato.

La riqualificazione

I 25 milioni di euro di riqualificazione energetica, sulla base di un progetto del Politecnico di Milano, previsti (ma non finanziati) nella convenzione tra il Comune di Busto Arsizio e la Provincia di Varese hanno fatto sobbalzare sulla sedia la dirigente scolastica Anna Bressan e il responsabile dell’ufficio tecnico dell’istituto, Ludovico Santoro (prossimo alla promozione nel ruolo di vicepreside vicario, sarà rimpiazzato da Lorenzo Vardaro). «Il Politecnico? Qui al Facchinetti non l’abbiamo mai visto» spiegano. «Questa non è una struttura da buttare, è un pezzo di storia che ha già avuto negli ultimi anni diversi interventi di manutenzione straordinaria. I ragazzi qui vivono bene». Insomma, non passi il messaggio che l’istituto di via Azimonti abbia problemi strutturali perché non è vero: questo il monito dei vertici dell’Isis Facchinetti.

Le manutenzioni straordinarie

Qualche criticità c’è, a partire dalla copertura dell’ingresso, che ha la guaina impermeabilizzante che è da rifare, e dalle varie infiltrazioni di acqua causate da questo problema o dalle vetrate dei laboratori nei due piani interrati, la cui sostituzione è ancora da ultimare. Ma sono diversi gli interventi già realizzati, come quelli di prevenzione antincendio, che stanno per essere completati in questi giorni, e il rifacimento del tetto e la riverniciatura delle pareti. Così come altri sono già stati messi in agenda da parte della Provincia di Varese, proprietaria dell’ala dell’immobile che ospita l’ex ITIS: dal rifacimento di tutti i bagni (alcuni sono messi meno bene a livello impiantistico) al completo rifacimento della pavimentazione della palestra. Altre migliorie sono state realizzate con i fondi dell’istituto, come il nuovo laboratorio di informatica o la ristrutturazione della vecchia biblioteca al primo piano sotterraneo, dove sono stati ricavati salottini per i colloqui e spazi per lo studio. E altre sono già state chieste, a partire dalla riqualificazione del campetto da pallamano sul retro dell’istituto (che sarebbe «molto utile per le lezioni all’aperto a settembre»), o sono in fase di studio, come la riqualificazione del giardino all’ingresso, con panchine e arredi che possano renderlo fruibile dai ragazzi. E poi c’è la grande partita degli storici laboratori nei due piani sotterranei: spazi immensi, tra cui quelli in cui in passato c’erano i telai e i macchinari tessili, che attualmente sono in buona parte inutilizzati, ma che potrebbero ulteriormente rendere competitiva e qualificata la proposta didattica per i ragazzi.

Orgoglio Facchinetti

Anche perché, passati gli anni in cui l’istruzione tecnica veniva considerata in via di estinzione, al Facchinetti si registra una crescita costante delle iscrizioni. Attualmente sono 1300 i ragazzi che studiano nei diversi indirizzi di ITIS e IPSIA e il numero è destinato ad aumentare con il prossimo anno scolastico. «Siamo una scuola che non ha nulla da invidiare alle altre, e che non ha nulla di meno rispetto ai licei – sostiene la preside Anna Bressan, sfidando gli stereotipi ancora duri a morire sull’istruzione tecnica – con gli altri istituti superiori non c’è nessuna concorrenza ma non siamo da meno. I nostri ragazzi vincono premi nelle competizioni nazionali e internazionali, sono molto quotati e ricercati nelle aziende del territorio, e quando scelgono di proseguire all’università, anche al Politecnico, ottengono ottimi risultati».

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