Confine Italia-Svizzera, Alfieri (Pd): «Al lavoro per riaprire in sicurezza»

Frontiera italia svizzera alfieri

VARESE – «Da alcune settimane siamo al lavoro, con i ministeri competenti, per riuscire a programmare in sicurezza la riapertura delle frontiere con la Confederazione elvetica, in modo da far ripartire tutta l’economia di frontiera duramente colpita dalle restrizioni». Sono le parole del senatore varesino Alessandro Alfieri (Pd), che ha deciso di presentare «un ordine del giorno ad hoc al Decreto sostegni, in discussione ora al Senato».

«Un’iniziativa per tutto il territorio»

L’ordine del giorno al decreto sostegni, prosegue Alfieri, «se approvato, consentirà l’ingresso in Italia dei cittadini svizzeri, in una fascia entro i 20 chilometri dal confine, senza la necessità di dover eseguire il tampone». Si tratta di «una misura analoga a quella in vigore oggi per i nostri frontalieri. E fondamentale, ad esempio, per settori come commercio e ristorazione». Conclude così: «Sono molto contento che anche il senatore Candiani abbia assicurato il sostegno all’ordine del giorno. Questa è un’iniziativa a favore di tutto il territorio che non deve avere colori politici. Non sarà facile, perché il tema coinvolge anche il rapporto con altri Stati, ma dobbiamo provarci fino in fondo».

L’ordine del giorno

Di seguito è allegato l’ordine del giorno presentato:

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, A.S. 2144,

premesso che:

il decreto-legge in conversione contiene numerosi interventi per il sostegno delle attività produttive, del lavoro e della famiglia, della salute, della scuola e degli enti locali, per un ammontare complessivo di circa 32 miliardi di euro;

una quota consistente di tali risorse, pari a circa 11,5 miliardi di euro, riguarda improrogabili misure per il sostegno alle attività produttive maggiormente colpite dalla crisi conseguente all’emergenza sanitaria da Covid-19 ancora in atto, assolutamente necessarie nel protrarsi delle misure restrittive adottate per il contenimento del virus e per la tutela della salute dei cittadini;

il Governo ha predisposto nello specifico un importante pacchetto di misure di sostegno tese a rispondere alle esigenze prioritarie e più urgenti del sistema economico, a beneficio di coloro che hanno subito importanti perdite, dal settore manifatturiero, ai settori del commercio, del turismo, della ristorazione, e che hanno particolarmente patito le ulteriori restrizioni rese necessarie dalla risalita dei contagi;

Considerato che:

attualmente per entrare in Francia, come anche in Italia, è richiesto un tampone molecolare a chiunque abbia compiuto gli 11 anni. Questa misura che inizialmente riguardava solo gli arrivi via aerea o via mare, è stata ora estesa anche ai viaggiatori in arrivo via terra, su strada o ferrovia;

vi sono tuttavia alcune eccezioni: ad essere esentati dall’obbligo di effettuare un tampone ogni volta che attraversano il confine sono in particolare i lavoratori frontalieri e gli autotrasportatori. Inoltre, contrariamente a quanto deciso in Italia, un’eccezione si applica anche ai residenti di zone di confine entro un raggio di 30 chilometri dal proprio domicilio. Per le persone che rientrano in queste categorie sarà dunque sufficiente portare, oltre a un documento di identità, un certificato del datore di lavoro e una prova del luogo di domicilio;

le economie dei territori nazionali di confine con la Francia e la Svizzera sono state tra le più penalizzate dalla drammatica crisi economica venuta a verificarsi a seguito delle misure di restrizione adottate con il sopraggiungere della pandemia. L’applicazione di esenzioni analoghe a quelle già adottate dal governo francese, consentirebbe a questi territori la possibilità di poter lasciare in vita attività commerciali già duramente provate dalle predette restrizioni, grazie al transito in entrata che si verificherebbe dai due Paesi;

impegna il Governo:

a valutare l’opportunità, ove le Regioni di confine rientrassero nelle zone gialle o bianche, di adottare una disciplina analoga a quella francese consentendo la facoltà di poter entrare nel territorio nazionale anche a coloro che risiedono oltre il confine francese e svizzero, in una fascia territoriale di circa 20 km, senza dovere effettuare il tampone molecolare come già previsto per i lavoratori frontalieri.

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