Italia viva con Galimberti? Non è detto. Librandi: «Sosterremo il migliore»

Gianfranco Librandi Italia viva

VARESE – Cantieri politici, a sinistra, e nodi da sciogliere. Varese 2.0 è il più critico e alla luce del sole. Ma non l’unico. Un sibillino Gianfranco Librandi, deputato e punto di riferimento di Italia viva in provincia di Varese, si sgancia dalla maggioranza di centrosinistra che governa Palazzo Estense e tiene la mani libere ai renziani. Sostegno al sindaco Galimberti confermato? Non è detto: «Italia viva, nelle scelte che ha sempre fatto, ha dimostrato di non essere banale. A Varese faremo vincere il candidato migliore».

Colpo di remo contro corrente

Gianfranco Librandi parla della situazione politica in città alla Schiranna (ieri, domenica 11 aprile). Quando sulle acque del Lago di Varese si stanno disputando le ultime finali. Ed “esce” dalla corsia che sembrava tracciata, nel senso che non conferma il sostegno di Italia viva al centrosinistra: «A Varese metteremo in campo la strategia giusta per far vincere il migliore».

E fin qui nulla di eclatante. Ma quando gli si fa notare che quanto appena detto sembra una frenata rispetto alla posizione che Italia viva ha nel panorama della maggioranza varesina (dove conta un assessore e il presidente del consiglio comunale), Librandi lascia intendere di non voler dare nulla per scontato: «Noi siamo gli strateghi – dice – abbiamo sempre messo in campo le mosse giuste come al momento del Papeete, al momento di Mario Draghi e a Saronno. E lo faremo anche a Varese».

Quindi?

Cosa abbia davvero in testa Italia viva in un panorama politico piuttosto confuso e magmatico non è dato saperlo. Forse le parole di Librandi sono solo un modo per alzare l’asticella. Di certo però c’è una coalizione di centrosinistra che, in cinque anni di governo della città, ha cambiato diverse tessere nel puzzle originale di partenza. Con ingressi, metamorfosi (dalla Lega civica a Italia viva, appunto) e mal di pancia che covano sotto la cenere di un’apparente tranquillità. Come ad esempio Luca Paris, voce spesso fuori dal coro dentro lo stesso Partito Democratico. O situazioni “dormienti” dei delusi (si potrebbe dire della prima ora dell’epoca Galimberti) come il consigliere dem Giampiero Infortuna, tra i più votati della lista del Pd, ma che non vide riconosciuti in maniera concreta i suoi 400 e passa voti.

Il sassolino che provoca la frana

“Sassolini”, dice qualcuno nel centrosinistra. Che presi singolarmente potrebbero creare solo qualche piccolo fastidio nella scarpa in cui si sono infilati, ma che insieme posso dare vita a uno smottamento. Quanto grande o piccolo è tutto quantificare. In considerazione anche delle defezioni registrare in cinque anni di governo cittadino. Alcune di queste consumate fino in fondo, come Mauro Gregori, che da tempo ha salutato la compagnia e sta lavorando a un progetto alternativo (ormai lontano anche da Azione) o Agostino De Troia, eletto tra le fila della Lista Galimberti e posizionato in consiglio comunale nel gruppo misto. E altre (defezioni) al momento ferme al bivio della scelta. Come Varese 2.0 con il vicesindaco Daniele Zanzi, il quale, dicono i ben informati, non ha per nulla accantonato l’ipotesi di dare nuovo impulso alla nascita di un terzo polo civico. In costituzione. E dove l’unica certezza è che non ci saranno né Azione né Italia viva.