Azione in provincia di Varese: dopo Senaldi il nulla. E c’è chi chiede di contare

Da sinistra Andrea Zanotti e Carlo Alberto Coletto

VARESE – E’ stata un agosto pazzesco per Azione: prima le dimissioni del segretario provinciale Maurizio Marin, poi quelle del commissario Angelo Senaldi. Un “uno-due” micidiale, con il secondo colpo (l’uscita di scena di Senaldi) che ha “disidratato” la voce dei calendiani in provincia di Varese.

Gli azionisti più radicali

Un silenzio che ha dato vita ai più svariati pensieri: «Prima ci siamo fatti del male da soli e poi siamo “annegati” nel tandem politico con Italia Viva», sussurra qualcuno. Che poi aggiunge: «E ora? Siamo dispersi nel nulla cosmico, senza sapere bene se quel centro elettorale esiste ancora o se è lì sulla carta del nazionale ma non nella geografia politica locale». Tradotto: Chi siamo?; Quanti siamo? e Dove andiamo?. Quesiti che richiamano alla mente il capolavoro del duo Benigni – Troisi: “Non ci resta che piangere”.

Ma davvero all’emergente partito di Azione in provincia di Varese non sono rimaste che lacrime? Vediamo le due anime in campo: quella più critica, che chiede di battere un colpo e quella più istituzionale.

Che fine ha fatto Azione in provincia di Varese?

La domanda se la pongono prima di tutto gli aderenti al partito. Ora che l’adrenalina elettorale va scemando e con un 10 per cento in tasca in provincia di Varese gli interrogativi, rimasti surgelati fino al 26 settembre scorso, stanno riemergendo. E se la costola renziana del nuovo centro politico si muove, l’ala “afona” che fa riferimento a Calenda prova a far sentire la propria voce. All’interno del partito, «se così possiamo dire, visto che dal dopo Senaldi non sappiamo più nulla – premette l’ex sindaco di Casciago, Andrea Zanotti – Ci siamo “tappati” la bocca e abbiamo lavorato nella direzione tracciata, ma ora, mi sia consentito dire che Azione qui in provincia deve tornare a far sentire la propria voce. Non per imporre qualcosa a qualcuno, ma semplicemente per spiegare come intendiamo giocare le partite politiche sul tavolo. Penso alle elezioni provinciali per il presidente: qual è la nostra posizione?».

«Non siamo “annegati” e neppure scomparsi»

E se Zanotti chiede di sapere e condividere la linea politica, ci sono “azionisti più radicali” che arrivano a mettere in dubbio l’esistenza dell’alleanza politica con Italia Viva: «L’esito elettorale dice una cosa ben chiara: i benefici politici stanno tutti nell’altra metà del cielo, ovvero Italia Viva. E adesso?».

Azionista della prima ora, candidato sindaco a Varese e alla Camera alle ultime politiche. Insieme a Silvio Barosso di Saronno “reggente” del partito dopo il vuoto commissariale. Carlo Alberto Coletto risponde alle spinte (lecite) interne: «Ci siamo sempre stati e continueremo ad esserci. Il rapporto politico con Italia viva non si interrompe poiché l’obiettivo, seppur non immediato, è arrivare al partito unico. Per quanto riguarda Azione dico che nella seconda metà di novembre ci sarà l’assemblea nazionale. A il livello provinciale, a breve verrà convocato un congresso o un’assemblea per definire i vertici provinciali». Coletto, nel rispetto del ruolo ma anche dei compiti di reggere il partito in un momento di effettiva vacatio, non si spinge oltre. Ma fa capire che entro la fine dell’anno i calendiani avranno sul terreno provinciale un nuovo direttivo e, come chiedono gli iscritti, una linea politica.