Varese omaggia Panza. Il Fai: «Realizziamo il suo sogno: sei cappelle al Sacro Monte»

Villa Panza e Sacro Monte: due gioielli di Varese che il Fai vuole unire in un "ponte spirituale"

VARESEI “botti” arrivano in chiusura. Di carne al fuoco ce n’è tanta a Villa Panza, nel giorno del centenario della nascita del conte Giuseppe Panza, ma il vero coup de théâtre Marco Magnifico lo riserva per la fine. Per omaggiare il grande collezionista che ha reso la sua villa di Biumo un centro internazionale dell’arte contemporanea il presidente del Fai rilancia un’idea che Panza non riuscì mai a vedere realizzata: continuare il Sacro Monte di Varese con altre cappelle. «Sarebbe strepitoso – dice il numero uno del Fondo Ambiente – una straordinaria proiezione nel XXI secolo per il Sacro Monte».

L’appello alle istituzioni

Quella che Marco Magnifico ha voluto lanciare è molto più di una suggestione. Certo, non una proposta di facile realizzazione, e questo lo ha specificato lui stesso. Un progetto ambizioso, ma percorribile se c’è la volontà di tutti. «Il mio appello è a Regione Lombardia, Comune, Curia e alla città di Varese – ha detto chiudendo la mattinata a Villa Panza – sarebbe un progetto stupendo». L’idea, che il conte Panza studiò con il celebre architetto giapponese Tadao Andō, è quella di creare dei “punti dello spirito”: sei cappelle per allungare il Sacro Monte oltre la via sacra e il borgo, lungo la strada che porta al Campo dei Fiori, con sei proposte spirituali di altrettanti artisti contemporanei. L’obiettivo è allargare il messaggio di Villa Panza e portarlo al Sacro Monte, in una sorta di ponte spirituale. Un’idea simile era stata proposta recentemente dal sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi.

Porta di Varese sul mondo

Ma quello di oggi è stato innanzitutto il giorno del ricordo di Giuseppe Panza, nato il 23 marzo del 1923. Cento anni dopo il Fai lo ha voluto omaggiare ricordando il ruolo che la sua villa, dal 2000 aperta al pubblico come museo, ha avuto per la città. «Questa casa avvicina Varese al mondo – ha sottolineato Magnifico – l’arte americana è entrata in Europa proprio da qui». A portare un ricordo familiare il nipote di Panza, Pietro Caccia (nella foto sotto). «Il nonno ci ha insegnato a vivere e a godere del bello e a cercare nel diverso e nelle cose nuove la gioia e la pace. L’arte in Europa era impregnata di conservatorismo, mentre in America ha trovato la libertà». Il sindaco di Varese Davide Galimberti ha osservato che «Il più prezioso dono che ha fatto Panza è l’effetto di contaminazione che questa casa ha prodotto nel sistema culturale della città».

Una nuova opera nel parco

Per celebrare il centenario è stata inaugurata una nuova opera, Twelve Part Vertical Pipe Piece di Jene Highstein, collocata nel parco della villa e facente parte della collezione di 108 opere donate dalla famiglia Panza al Fai lo scorso autunno. Giuseppe Panza ne acquisì il progetto, ma non ebbe mai occasione di realizzarlo. Farlo oggi è l’omaggio scelto dal Fai per questa simbolica ricorrenza. L’opera è composta da dodici elementi cilindrici d’acciaio alti oltre cinque metri che, disposti verticalmente in sequenza, formano una linea retta divisa in due parti. Questa linea consente un’indagine dello spazio circostante e crea un ritmo che l’osservatore percepisce spontaneamente come un’unica massa, articolata in un equilibrio di pieni e vuoti.

Twelve Part Vertical Pipe Piece – Jene Highstein

“Prima” per l’assessore Caruso

Presente a Villa Panza anche Francesca Caruso, assessore regionale alla cultura alla prima uscita ufficiale nella sua provincia di Varese. Al suo arrivo ha subito raccolto le sollecitazioni di Marco Magnifico: «Se mi consente un consiglio – ha detto il presidente del Fai – è quello di dare attenzione al peso che la cultura, il patrimonio, la tradizione e la storia hanno per i territori un po’ più dimenticati, quelli di collina e di montagna». Quindi nel suo intervento Caruso ha parlato dell’impronta che intende dare alla cultura in Lombardia e in particolare nel Varesotto. «Inizio con uno spirito positivo in quello che è un fiore all’occhiello del territorio, come Villa Panza. Vorrei portare un turismo culturale per Varese che è l’unica provincia con 4 siti Unesco: ci sono realtà importanti da valorizzare».