Jam session al Velvet, Di Ciancio: «Il Covid non fermerà la musica a Legnano»

jam session velvet legnano 01

LEGNANO – «Non dipingi un quadro per non esporlo. Il confronto con il pubblico è fondamentale: senza pubblico non c’è arte». A parlare è Paul Di Ciancio, titolare del Velvet Underground, locale di Legnano che ogni giovedì sera ospita una jam session alla quale può partecipare chiunque lo desideri: «Nonostante le norme antiCovid, che limitano l’affluenza, continuiamo ad avere un riscontro positivo. In un periodo di restrizioni e e sacrifici, che vede questa attività come uno dei settori più colpiti, non solo c’è la voglia di suonare, ma è anzi aumentata».

jam session velvet legnano 02

Mettere in comunicazione gli artisti

«La jam session che proponiamo nasce per mettere in comunicazione artisti di diversi livelli di esperienza: l’idea che vogliamo trasmettere è che sia possibile vivere il proprio tempo libero non solo in modo passivo. Durante l’appuntamento non vieni solo qua per bere una birra, ma hai la possibilità di conoscere altri musicisti o comunque altre persone». Da quando il Velvet è stato aperto, a febbraio 2018, l’iniziativa ha subito raccolto molti consensi: «Può non sembrare così, ma di gente che suona ce n’è tanta: la difficoltà sta nel mettersi in contatto».

jam session velvet legnano 03

Band e improvvisazione

Prima la jam session era di mercoledì, ma è stata spostata al giovedì, «serata che guarda più verso il weekend, per dare il meno possibile fastidio al vicinato. Su questo ce la mettiamo tutta: abbiamo eseguito ogni misurazione acustica del caso». Le band possono chiedere uno spazio di venti minuti ma prevale l’incontro di musicisti che arrivano da generi differenti: «Ed è una situazione favorevole per le esibizioni dei singoli che vogliano sperimentare l’improvvisazione. L’obiettivo è creare una sinergia tra loro, il locale e persone che vogliano divertirsi in modo sano: in questo momento storico non è semplice, ma ci stiamo provando».

Risvegliare una sensibilità perduta

«Un locale come il Velvet, attivo da quasi tre anni, non è nato per caso», ha sottolineato Di Ciancio. «Non ospitiamo le visioni di partite di calcio né vogliamo andare incontro ai gusti della maggioranza. Ci rivolgiamo a una nicchia di persone, che apprezza non solo la musica ma anche un rapporto più umano nel dopolavoro. E cerchiamo di farlo in modo intelligente, puntando a risvegliare una sensibilità un po’ perduta, con una programmazione che faccia ascoltare musica nuova: il palco non viene dato a tribute band ma a chi proponga un repertorio inedito, il tutto cercando di rispettare le attuali norme antiCovid e quelle civili».

jam session velvet legnano 05

Un locale come quelli del Nord Europa

«Credo che stiamo dando un valore aggiunto a Legnano, città che è sempre stata viva dal punto di vista artistico ma negli ultimi tempi la vedo atrofizzata. Perché non tornare a dare una scossa? Sono appassionato dei Beatles e ho immaginato il Velvet come un piccolo Cavern: voglio offrire ai ragazzi una possibilità facendo trovare loro un locale come quelli del Nord Europa». Ovviamente i mesi di lockdown sono stati molto duri: «Abbiamo cercato di reinventarci con birre da asporto e la collaborazione con Maragasc per gli hamburger. Prossimamente ospiteremo anche mostre di quadri: la prima sarà quella di Luca Galmarini, musicista della Dock 3 Band e inventore delle batterie quadrate TQ Drums».

Il Velvet diventa country, pioggia di bis a Legnano per l’America di Cris Mantello

jam session velvet legnano – MALPENSA24