Il Velvet diventa country, pioggia di bis a Legnano per l’America di Cris Mantello

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LEGNANO – «La musica country è strana: le sue canzoni hanno melodie allegre, ma testi tristi». Questo non ha impedito a tanti spettatori di affollare, nel rispetto delle norme antiCovid, il Velvet Underground che ieri, sabato 3 ottobre, ha ospitato la presentazione ufficiale di “Thirteen”, ultimo disco di Cris Mantello. L’album, uscito a febbraio per Go Country, per la pandemia ha potuto beneficiare di una promozione dal vivo, ora finalmente possibile al locale di Legnano per «un concerto come Dio comanda. Perché poi non sappiamo come andrà a finire».

Locali fumosi e canto yodel

Dopo l’introduzione a opera del giornalista Aldo Pedron, Mantello è salito sul palco insieme allo Zio (chitarra), a Mister Pinguino (violoncello) e Mauro Florean (batteria) per eseguire, come apripista, “10 Bucks” e il singolo “Don’t use your heart”. È “Fake smile”, racconto di un sorriso spesso finto, però accompagnato da una lacrima vera, «il pezzo più triste di tutti, e dunque con la musica più allegra».
Ma nei brani country può esserci anche tanto divertimento: come in “That gal” o “Fat chick boogie”, dedicati ai fumosi locali honky tonk e ai loro avventori. Residente in Svizzera da diversi anni, Cris ha poi dato prova della sua abilità con il canto yodel, elemento della musica tradizionale americana, mostrando in “Yodelin’” e “Swiss Mountains’ Stomp” «come fai a chiamare qualcuno che vive dall’altra parte della valle».

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Una musica di tutti

Mentre Hank Williams, «colui che ha inventato la musica country così come la ascoltiamo oggi», è stato ricordato con “Lovesick blues”, la nascita di Eddie Cochran è stata invece festeggiata con “Teenage heaven” e “Twenty Flight Rock”. Tanti i bis, accolti dagli applausi dei presenti: «Quando Cris Mantello dice che è l’ultimo pezzo, mancano ancora due ore e venti», ha scherzato l’artista con il pubblico, citando le parole del suo vecchio manager. Il finale, che lo ha visto sostituirsi agli altri componenti della band nel suonare gli strumenti, è stato affidato a “Folsom Prison blues” di Johnny Cash, “Sixteen tons” di Merle Tarvis e di “Thirty days” di Chuck Berry: «Suonava country, ma gli fu impedito di entrare in un locale ed eseguire i suoi pezzi a causa del colore della sua pelle. Il country non è una musica bianca, ma nera. Ed è una musica di tutti».

Country e honky-tonk da Busto, Cris Mantello ha fatto tredici

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