Omicidio di Jerago: «Gianna mi ha svegliato. Mia suocera era nel sangue»

de filippo

JERAGO CON ORAGO – «Mia moglie mi ha svegliato, sono salito e ho trovato mia suocera così. Nel sangue». E’ stato interrogato oggi, venerdì 19 giugno, dal pubblico ministero di Busto Arsizio Massimo De Filippo (nella foto),che ha coordinato le indagini, Luigi Praderio, marito di Gianna Guglielmetti, 72enne arrestata lo scorso 3 giugno, con l’accusa di aver assassinato la madre, Giulia Giacomini, 94 anni, nella casa di corte di via Mazzini a  Orago dove entrambe vivevano. Praderio ha collaborato rispondendo a tutte le domande.

Indagato per omissione di soccorso

Praderio, in casa al momento dell’omicidio avvenuto intorno alle 2 della stessa notte, era stato indagato immediatamente per omissione di soccorso. La chiamata alla figlia per raccontare l’accaduto era infatti arrivata poco prima delle 7 del mattino, cinque ore dopo l’omicidio. La giovane aveva poi allertato i carabinieri della stazione di Albizzate intorno alle 7.39. Praderio, assistito dall’avvocato Duilio Mancini, è sostanzialmente rimasto fedele a quanto già dichiarato subito dopo il fatto. Dormiva profondamente quando la moglie lo aveva svegliato agitatissima e gli aveva confessato di aver colpito la madre alla testa con una statuetta di granito a forma di angelo recuperata da un mobile e portata sino all’alloggio della 94enne che abitava al piano di sopra.

Nessuna accusa per omicidio

L’uomo aveva salito le scale trovando la suocera nel sangue, già ferita mortalmente alla testa. L’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omissione di soccorso è stata un atto dovuto. La donna è morta immediatamente? Oppure una chiamata tempestiva avrebbe potuto salvarle la vita? L’autopsia lo stabilirà. L’interrogatorio, però, mirava anche a stabilire se il pensionato avesse avuto in qualche modo un ruolo nell’assassinio. E in questo caso l’imputazione si sarebbe molto aggravata con l’aggiunta di un’accusa per omicidio in concorso. Stando a quanto trapelato, però, ad oggi non sarebbe emerso alcun elemento a carico di Praderio in questo senso. La moglie, immediatamente sentita, aveva spiegato di aver fatto tutto da sola e di aver svegliato il marito soltanto dopo.

Nessuna premeditazione

Praderio aveva sin da subito detto la stessa cosa confermata anche dall’interrogatorio odierno. Anche i riscontri di indagine, per ora, non avrebbero fatto emergere niente di particolare in questo senso ma la posizione dell’uomo resta al vaglio della procura. Macchie di sangue compatibili con gli schizzi seguiti al colpo inferto alla testa della vittima sono state ad esempio trovate soltanto sulla vestaglia della 72enne. Che avrebbe agito certo non premeditando nulla ma cedendo di schianto a una situazione difficile connessa alla patologia della madre, malata di Alzheimer, acuita dai mesi di lockdown appena terminati. L’omicida era distrutta, estremamente provata tanto che resta in carcere sotto stretta sorveglianza nel timore possa compiere gesti estremi.

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