Jerago, ha ucciso la madre: «Sono distrutta». In carcere la guardano a vista

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JERAGO CON ORAGO – «La mia assistita è estremamente provata. E’ affranta, piegata dal dolore. Questa vicenda è un dramma famigliare, una tragedia che colpisce tutti. La vittima e tutti i suoi famigliari, a cominciare dalla figlia». L’avvocato Duilio Mancini, difensore di Gianna Guglielmetti, pensionata di 72 anni residente in via Mazzini a Orago, non aggiunge altro. Mantiene l’assoluto riserbo che gli è caratterialmente tipico.

Situazione aggravata dal lockdown

La 72enne è stata arrestata ieri, mercoledì 3 giugno, con l’accusa di omicidio volontario. Ha ucciso la madre, Giulia Giacomini, 94 anni, colpendola alla testa con una statuetta trovata nell’abitazione della vittima. Guglielmetti ieri ha confessato davanti al pubblico ministero Massimo De Filippo, che coordina l’inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Gallarate e del reparto operativo del comando provinciale di Varese, di aver assassinato la madre. La donna non ha saputo fornire un esatto motivo scatenante, era esaurita, esausta davanti alla situazione estremamente complessa dovuta alla malattia della madre. La 94enne era malata di Alzheimer, la malattia era a uno stadio avanzato. La figlia e il marito, che abitano al piano inferiore della casa di corte di via Mazzina dove risiedeva anche la vittima, se ne prendeva cura.

Sono affranta

Una situazione difficile in qualunque condizione resa ancora più asfittica e pesante dal lockdown di tre quasi tre mesi imposto dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Una “prigionia” che potrebbe aver provato in modo definitivo una donna fragile, dal carattere mite, molto religiosa, minuta nel fisico e nelle intemperanze. Che potrebbe non aver retto a tanta pressione. Per gli inquirenti non ci sono ombre nell’accaduto: non ci sono moventi oscuri o nascosti. Guglielmetti ha ceduto di schianto davanti alla situazione, davanti ai lamenti, ai deliri della madre causati dalla malattia, alla prospettiva dell’ennesima notte insonne. Non ha pianificato, non ha premeditato nulla. Ha salito la scala che porta all’appartamento della madre e ha colpito la donna.

Domani l’interrogatorio davanti al gip

Ieri l’omicida è apparsa molto provata davanti agli inquirenti, confusa, quasi stesse realizzando l’accaduto a poco a poco sprofondando nel dolore e nella prostrazione. Nella confessione la donna non ha mai chiamato in causa il marito, Luigi Praderio, in casa al momento dell’omicidio avvenuto alle 2 di ieri, mercoledì 3 giugno. Avrebbe agito da sola.  L’uomo è indagato per omissione di soccorso perché, trovando la suocera agonizzante ma ancora viva, ha contravvenuto all’obbligo di chiamare il 112 affinché le fosse prestato soccorso. Praderio non è ancora stato interrogato dagli inquirenti. L’interrogatorio era atteso tra ieri sera e questa mattina ma l’uomo non è ancora stato convocato. Un interrogatorio fondamentale, così come gli accertamenti messi in campo dai carabinieri, per valutare la posizione del pensionato che, in caso di evidenze di un suo coinvolgimento, potrebbe essere accusato di concorso in omicidio. Evidenze per ora non riscontrate. La 72enne è in carcere a Como, sotto stretta sorveglianza proprio in virtù del suo strato di fragilità. Nella mattinata di domani, venerdì 5 maggio, la donna comparirà davanti al gip per l’udienza di convalida dell’arresto. Dopo l’interrogatorio il difensore potrebbe chiedere un’attenuazione della misura di custodia cautelare in carcere oppure il trasferimento della 72enne in una struttura adatta allo stato di fragilità in cui versa.

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