Perché il SecurityManager della Juve dopo le intercettazioni è ancora al suo posto?

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Credevo che il Security Manager della Juventus, Alessandro D’Angelo, non fosse più in società da un pezzo, da almeno un paio d’anni, da quando cioè erano state pubblicate le prime intercettazioni legate all’inchiesta Alto Piemonte, raccolte e spettacolarizzate da Report nelle ultime ore. Intercettazioni che lo riguardavano. Pensavo fosse stato cacciato o che si fosse dimesso per una questione di opportunità. L’avevo dato per scontato. Pensavo male. E sono caduto dal pero quando, invece, ho scoperto che il Security Manager si trova ancora al suo posto dopo che nelle ultime ore sono state rilanciate le sconvenienti intercettazioni su come, allo stadium, erano entrati gli indegni striscioni sulla tragedia di Superga. Una vergogna mondiale.

Vergogna su Superga

Mi sono chiesto che fine avesse fatto il dirigente della sicurezza leggendo la lettera aperta inviata al presidente Cairo dai tifosi del Toro nella quale si chiedeva che al prossimo derby, alla luce di quelle intercettazioni, fosse negato l’accesso al presidente Andrea Agnelli e al Security Manager, Alessandro D’Angelo. I due dirigenti hanno, secondo me, posizioni molto diverse. Dalle intercettazioni si intuisce che il presidente è a conoscenza della questione striscioni, ma non c’è certezza che fosse a conoscenza del loro contenuto. C’è un giusto beneficio del dubbio e lo dico da garantista quale sono diventato frequentando tribunali ogni giorno. Ma sul dirigente della sicurezza non ci sono dubbi ed è assurdo che rivesta ancora il suo ruolo. Qualcuno obietta che in realtà gli striscioni di cui si parla nelle intercettazioni potevano essere altri e non quelli di Superga. Lana caprina: gli striscioni sono comunque passati e c’è un incaricato in particolare che avrebbe dovuto garantire il loro non accesso.  I tifosi del Toro fanno benissimo a indignarsi e a chiedere che il presidente Cairo prenda una posizione forte sulla vicenda. Il Toro si identifica con Superga, con quella tragedia, con i propri morti. Ogni striscione che inneggia a una tragedia è una vergogna ed è assurdo far finta di niente. Quegli striscioni non dovevano entrare e chi lo ha permesso scientemente non può passarla liscia. E’ ancora più colpevole di chi li ha progettati e sistemati sugli spalti. Se, come da prassi, gli striscioni “incriminati” fossero stati respinti, la vergogna non sarebbe stata diffusa in mondovisione. Motivo per cui il primo responsabile è proprio il security manager.

Perché è ancora al suo posto?

Che ricopra il suo ruolo dopo quello che è successo è qualcosa di molto strano. Avrebbe dovuto dimettersi da un pezzo. La Juventus è una grande società che si è sempre vantata di avere uno stile unico, inconfondibile e proprio per questo motivo non si capisce perchè il D’Angelo sia ancora nei quadri dirigenziali. Chissà che qualche provvedimento in nome della propria storia non venga preso dalla Juventus prima del prossimo derby in programma a metà dicembre, così da togliere dall’imbarazzo Cairo che, secondo le volontà di una parte dei tifosi granata, dovrebbe farsi portatore della richiesta di respingere all’ingresso l’uomo bianconero addetto alla sicurezza.

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