La Corte dei Conti contesta 130mila euro. L’ex presidente della Provincia Vincenzi: «Chiariremo»

VARESE – La procura della Corte dei Conti della Lombardia ravvisa «un’ipotesi concreta e precisa» di danno erariale a carico dell’amministrazione Vincenzi (2014-2018) per la vicenda dell’incarico a Martina Cao, allora vicesindaco di Ispra, capo di gabinetto dell’ufficio di staff del presidente della Provincia Gunnar Vincenzi. «Illecitamente attribuito», secondo la versione dei magistrati contabili, che quantificano in 130mila euro il danno da rifondere all’ente di villa Recalcati da parte dell’ex presidente, insieme al dirigente alle finanze e al segretario generale di allora. «Ma non è una sentenza, sono le conclusioni dell’istruttoria – spiega Gunnar Vincenzi – ciascuna delle persone coinvolte chiarirà presentando le proprie controdeduzioni».

L’atto di accusa

È l’ennesima puntata della “guerra” a colpi di carte bollate che aveva messo di fronte centrosinistra e centrodestra sin dai tempi della contestazione del (presunto) “buco di bilancio” fatta dall’amministrazione Vincenzi ai danni di quella guidata dal suo predecessore Dario Galli. L’atto della procura regionale della Corte dei Conti è stato recapitato nei giorni scorsi ai diretti interessati e all’ente di villa Recalcati: tecnicamente si tratta di un “invito a dedurre e contestuale atto di messa in mora“. Una richiesta di chiarimenti rispetto a possibili responsabilità, che ricostruisce la vicenda analizzata in seguito ad una serie di esposti, tra cui quelli presentati tra il 2017 e il 2018 dal consigliere provinciale Giuseppe Longhin (Lega). L’attuale consigliere provinciale dei “Civici e Democratici” Martina Cao, all’epoca vicesindaco di Ispra, era stata nominata capo di gabinetto della Provincia ai tempi della gestione Vincenzi. Ma secondo l’atto d’accusa firmato dai magistrati contabili, la sua retribuzione avrebbe rappresentato una «violazione del limite di spesa pubblica» previsto da una legge del 2010: essendo già titolare di carica elettiva, Cao avrebbe potuto svolgere quell’incarico solo a titolo gratuito.

Il danno patrimoniale

Circostanza che «non poteva sfuggire» al dirigente, al segretario generale e al presidente: per i magistrati contabili, sarebbe quindi una «deliberata violazione» della norma, reiterata nonostante «i numerosi esposti e le interrogazioni» dirette al presidente della Provincia (da parte dello stesso Longhin, ma anche dell’altra leghista Marinella Colombo). Il danno erariale quantificato dalla procura della Corte dei Conti ammonterebbe a 130mila e 921 euro, a carico dei rappresentanti dell’amministrazione provinciale di allora, il dirigente alle finanze Francesco Tramontana, il segretario generale Ciro Maddaluno e il presidente Gunnar Vincenzi. Nel mirino («in via subordinata», per una minima parte) anche i revisori dei conti, ai quali viene imputata una «grave e quasi “pilatesca” negligenza». Si “salva” invece Giuseppe Licata, allora consigliere provinciale e presidente della commissione affari generali e bilancio. Nessuna richiesta di rimborso nemmeno nei confronti di Martina Cao. Ora gli “imputati” del procedimento contabile hanno 45 giorni di tempo per depositare le loro controdeduzioni e documenti, ma anche per chiedere di essere sentiti dalla procura della Corte dei Conti, assistiti da un difensore.

Longhin: «L’avevamo detto»

«Era uno dei tre esposti che avevo presentato a partire dal lavoro compiuto con tutta la minoranza di allora in consiglio provinciale e ancora una volta, anche se non è una sentenza, la procura della Corte dei Conti ci dà ragione – ricorda Giuseppe Longhin, allora consigliere della Lega a villa Recalcati – ma noi eravamo una minoranza collaborativa. Gli esposti erano sempre stati l’ultimo passaggio dopo che le segnalazioni e le interrogazioni che facevamo, per far capire all’amministrazione che stavano sbagliando, rimanevano inascoltate. A volte quasi irridendoci in aula».

La versione di Vincenzi

«Non esiste nessuna sentenza della Corte dei Conti, io e altre persone abbiamo ricevuto sul più che noto esposto una richiesta di chiarimenti da parte della Corte dei Conti – fa notare l’ex presidente Gunnar Vincenzi – è una richiesta istruttoria nell’ambito di un procedimento aperto nel 2015 per danno erariale in cui la procura ha tratto delle conclusioni. Ora ci chiedono delle delucidazioni e ognuno farà le sue controdeduzioni, portando documenti a sostegno delle proprie ragioni». Insomma, non finisce qui: «È una questione che andrà esaminata, sviscerata e analizzata poi se ne trarranno le conclusioni».

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