La Gip, la sindaca e l’eurodeputata. Così per dire

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Donatella Banci Buonamici, Stefania Bonaldi, Isabella Tovaglieri

Tre spunti di riflessione da altrettanti fatti di cronaca di questa settimana. Protagoniste, tre donne.

Il primo. A Verbania, la Gip che si è occupata dell’inchiesta per il disastro della funivia del Mottarone, è stata rimossa dall’incarico perché, pur essendo a capo dell’ufficio dei giudici per le indagini preliminari, sostituiva una sua collega in quel momento assente. Insomma, per il presidente del Tribunale non toccava a lei gestire la pratica in questione. La stessa Gip, Donatella Banci Bonamici, aveva deciso la scarcerazione degli indagati dal pubblico ministero Olimpia Bossi, che li aveva arrestati. Feroci le polemiche. Solo un fatto tecnico la decisione di toglierle il fascicolo?
Il commento. L’episodio contribuisce, al di là di ogni altra considerazione e delle ragioni e dei torti, ad alimentare la sfiducia nella magistratura. Che di questi tempi non se la passa tanto bene.

Il secondo. Stefania Bonaldi, sindaca di Crema, è stata indagata perché, alcuni mesi fa, un bimbo dell’asilo si è infortunato a un dito, rimasto chiuso in una porta tagliafuoco. Il piccolo ha riportato lesioni non permanenti ma tali da richiedere cure per tre mesi. L’indagine è scattata d’ufficio per accertare eventuali responsabilità. Alla sindaca, in concorso con altri, si contesta di aver omesso l’installazione di dispositivi che evitassero la chiusura automatica della porta.
Il commento. Inutile lamentarsi se i partiti non trovano persone disponibili a candidarsi alla guida di una città, piccola o grande che sia. Oggi basta un niente per ricevere un avviso di garanzia e finire nel tritacarne giudiziario e mediatico. Per Stefania Bonaldi, un episodio marginale quanto significativo. Alcuni suoi colleghi, come l’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, hanno subito ben altre conseguenze, compreso il carcere. Per poi essere assolti con formula piena. Ergo: ma chi me lo fa fare?

Il terzo. L’europarlamentare bustocca Isabella Tovaglieri è intervenuta alla sessione plenaria del parlamento dell’Ue. Si è spesa in difesa delle piccole e medie imprese, le Pmi “lasciate sole nella pandemia ma tartassate proprio dall’Unione Europea con tasse e burocrazia”. Un tema scottante, di enorme attualità. Davanti a lei un emiciclo desolatamente vuoto: Tovaglieri ha parlato agli scranni.
Il commento. Quali irrinunciabili impegni avevano i parlamentari per disertare la riunione e infischiarsi di una questione troppo importante per l’economia del nostro Continente? Ci si accusi pure di qualunquismo, ma a questi strapagati (e inutili) signori qualcuno dovrà pur dire una parolina in un orecchio. O no?

Conclusioni. Tre esempi, ma potremmo continuare chissà per quanto. Purtroppo non siamo più capaci di indignarci, forse assuefatti alle situazioni imbarazzanti che ci passano sotto agli occhi. Rischiamo di essere sopraffatti dalla rassegnazione. E questa, come direbbe un Francesco Guccini d’annata, è una morte un po’ peggiore.

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