La Meloni da Landini: prove di Chigil

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Giorgia Meloni e Maurizio Landini

di Massimo Lodi

Perché la Meloni va da Landini, accettando d’intervenire dal palco del congresso Cgil di Riccione? Perché Landini, personalità di sinistra sinistra, invita una leader di destra destra? Facciamo un’ipotesi. Landini evitò di schierarsi, prima delle elezioni dello scorso settembre. Non per fare un regalo alla destra destra, ma per distanziarsi dalla sinistra sinistra.  Che gli pareva nei fatti diversa da quella propagandistica, tanto da sollecitare voci sull’eventuale nascita d’un partito suo, di Landini ipse. 

Dunque, mani libere allora e mani libere oggi. Siccome la situazione economica/sociale è difficile, bisogna aprire il confronto con tutti, a iniziare dal presidente del Consiglio. Assegnando plastico rilievo al vis-à-vis, così da legittimarsi interlocutore autorevole, e magari addirittura preferito. Un mirabile colpo d’astuzia tattica, forse un ardito progetto strategico.

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Massimo Lodi

E lei, la Meloni, che vantaggio trae dall’affacciarsi alla tana del lupo? Il vantaggio di proseguire la mutazione da radicale a conservatrice, con finalità ultima di moderatismo; e d’accreditarsi come affidabile partner d’una rivoluzionaria alleanza europea nel 2024, partner il Ppe; e di marcare un’ulteriore distinzione dai sodali Berlusconi e Salvini, che mai avevano osato un passo simile; e di rimettere in mostra/in circolo il profilo della destra sociale, ben differente dalla destra imprenditrice e dalla destra nordista.

Quindi Landini riceve la Meloni e la Meloni va a trovare Landini, cliccando ciascuno la modalità reciproco riconoscimento e vicendevole convenienza. È un incontro di simbolica sostanza, nel solco della scomposizione e ricomposizione d’un quadro politico di colorato/inedito sfondo. I due complici dell’ardita scommessa sono attorniati da prevenzioni, ubbìe, sospetti. Però che l’una aggiorni a un secolo di distanza il diciannovismo socialista poi disastrosamente involutosi nella deriva fascista; e che l’altro aggiorni i dialoghi del sindacato rosso allo scopo di scongiurare superiorità concorrenziali; ecco, questi due interessi di parte potrebbero produrre un tornaconto di generale utilità. Produrre sembra il verbo adatto, opportuno, indispensabile: di lavoro infatti si tratta. Di lavoro si argomenterà a Riccione. Di lavoro si manca e di lavoro si eccede e di lavoro si vive e di lavoro si muore. Parlarne, dunque, in concreto, senza pregiudizi: se non ora, quando? Ben vengano le prove di Chigil. 

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