LA RICETTA DEL DOTTORE Fave alla poverella

di Patrizia Magnani
(Dottoressa della Fondazione Iseni y Nervi Città della Salute)

Oggi vi propongo una ricetta della tradizione contadina meridionale davvero golosa e semplicissima da preparare.

INGREDIENTI

  • 500 g di fave sgusciate
  • 1 bicchiere di pane grattugiato
  • 1 bicchiere di pecorino
  • 5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • il succo di un limone
  • peperoncino quanto basta

PREPARAZIONE

Puliamo le fave mondandole dai baccelli. Lessiamole in acqua bollente per circa 10 minuti o comunque fino a che non saranno morbide.
Nel frattempo in una ciotola mescoliamo il pane con il pecorino e il succo del limone.
Quando saranno cotte, versiamo le fave nella ciotola, aggiungiamo il peperoncino e condiamo con l’olio. Mescoliamo il tutto e lasciamo raffreddare: possiamo gustarle fredde o al massimo tiepide.

PROPRIETÀ BENEFICHE

Le fave fresche sono un legume molto nutriente e poco calorico; le fave secche sono circa 4 volte più caloriche di quelle fresche.

Rispetto ai fagioli, le fave sono qualitativamente superiori in termini proteici (anche se quantitativamente inferiori): questi legumi contengono, all’incirca, il 5% di proteine, il 5% di fibre, il 4,5% di carboidrati e pochissimi grassi (0,4%); il restante 84 % è costituito da acqua.

Le fave sono ricche di ferro, potassio, magnesio, rame, selenio e moltissime vitamine, soprattutto acido ascorbico: è doveroso ricordare che con la cottura delle fave, come peraltro per tutti i legumi, la maggior parte delle vitamine e dei sali minerali viene perduta. Anche il processo dell’essiccazione altera la componente vitaminica e minerale. Per la ricchezza in ferro, sembra che il consumo di fave sia utile per contrastare l’anemia.

Sono delle potenziali nemiche del sistema immunitario: in soggetti sensibili e predisposti, il consumo di fave può scatenare una reazione allergica che, nei casi più gravi, può indurre il coma. In genere, le allergie sono provocate dal consumo di fave crude: infatti, la cottura ne riduce il rischio.

Inoltre il consumo di fave (e di altre particolari sostanze, quali farmaci analgesici, salicilati, alcuni chemioterapici ecc.), seppur minimo, scatena una cascata di reazioni nell’organismo che inevitabilmente conducono all’emolisi acuta con ittero. Il favismo è una patologia ereditaria in cui il soggetto affetto registra la mancanza dell’enzima G6PD, implicato nella via biogenetica dei pentoso-fosfati.

Infine le fave non dovrebbero essere consumate in concomitanza di farmaci inibitori delle monoaminossidasi (IMAO): la levodopa, contenuta nelle fave viene convertita in dopamina nell’organismo. L’associazione di fave con dopamina – un’amina vasoattiva – può provocare crisi ipotensive di varia entità, talvolta mortali.

CURIOSITÀ

Le foglie essiccate di fave sono sfruttate in erboristeria come rimedio naturale per stimolare la diuresi.

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