La svolta di Neutalia: un dibattito pubblico sceglierà l’impianto del futuro

BUSTO ARSIZIO – Da un lato c’è il “vecchio” inceneritore Accam, che prosegue la sua attività con un programma di investimenti da 12 milioni di euro (di cui 5 già realizzati) e che a marzo ricomincerà a produrre energia elettrica grazie alle nuove turbine, e dall’altro c’è il futuro, con il piano industriale di sviluppo di Neutalia, già affidato ad un pool di professionisti, che sottoporrà ad un dibattito pubblico (lo stesso modello rigettato dai Comuni per il progetto del nuovo ospedale) la scelta impiantistica che avvierà la transizione della società verso l’economia circolare. Sono i due binari paralleli su cui si sta muovendo Neutalia, la nuova società di gestione del ciclo integrato dei rifiuti che si avvicina ai suoi primi sei mesi di vita.

«Mesi difficili, sforzi rilevanti»

«Mesi difficili, con una situazione non semplicissima – non lo nasconde il presidente Michele Falcone, arrivato da Cap Holding per guidare la fase di start-up di Neutalia – ma caratterizzati da sforzi rilevanti con la collaborazioni di tutti, società, amministrazioni e personale». Con un approccio che si basa sul «metodo del dialogo e della trasparenza, elemento per noi fondante», chiarisce Falcone, ma anche sulla volontà di essere «credibili e responsabili». E lo dimostra, tra le tante iniziative messe in campo, l’avvio del percorso per la certificazione anti-corruzione ISO 37001. Che arriva dopo la scelta di essere «la prima società benefit che lavora sui servizi pubblici locali» e quella di nominare un responsabile di impatto, Emilio Conti, per “aprirsi” al territorio.

«Tagliare i ponti con il passato»

Sono i «primi passi per tagliare i ponti con un passato percepito come negativo e conflittuale e condividere con il territorio», come li definisce il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, facendo riferimento alla tornata di «incontri di ascolto con gli stakeholder, i comitati e le associazioni ambientaliste», che rappresentano «un buon inizio» per Neutalia, insieme alle «collaborazioni sul territorio, come l’aggregazione Agesp-Sap, favorite» dalla nuova società. Per Lorenzo Radice, sindaco di Legnano, «un progetto coraggioso, che ha trasformato un problema in un’opportunità. Da una cosa che era quasi morta è rinata energia per il territorio – qui il riferimento è al claim di Neutalia “Da cosa nasce Energia” – un circolo virtuoso per mettere in rete realtà che trattano il ciclo dei rifiuti e produrre valore che rimanga sul territorio».

Il presente: investimenti, personale e governance

La continuità dell’inceneritore di Borsano è garantita innanzitutto da 12 milioni di euro di investimenti, di cui oltre 5 già eseguiti e altri 2 già affidati, rivolti in particolare all’efficientamento e al ripristino dell’affidabilità dopo l’incendio del gennaio 2020. Per quanto riguarda il personale, Neutalia ha oggi «una pianta organica di 52 unità», come spiega l’amministratore delegato in quota Amga Stefano Migliorini. Tra cui i 18 ex dipendenti Accam assorbiti, quelli per cui già Accam aveva avviato le selezioni dopo la rescissione del contratto con Europower e il personale distaccato da Amga, Agesp e Cap, a cui si aggiungeranno, in questi mesi, tre nuovi responsabili per i settori appalti/acquisti, IT e controllo di gestione. Dal punto di vista societario, l’ingresso di ASM-Magenta nella compagine (all’interno dell’1% di ALA), «già previsto», fa notare Falcone. Ma soprattutto la fusione con Accam: «Era l’operazione industrialmente migliore e passerà nelle assemblee delle società ed eventualmente nei consigli comunali, dove previsto dagli statuti – chiarisce il presidente – non aumenta né i debiti né il peso su Neutalia».

Il futuro: meno rifiuti da bruciare

Il passaggio più atteso è quello del Piano industriale di sviluppo, che punterà a «rendere oggettive e misurabili azioni di economia circolare», come spiega il presidente Michele Falcone. Partendo dal presupposto che, in quanto società benefit, Neutalia «non prevede di bruciare sempre di più ma di promuovere l’economia circolare» e quindi non prevede un aumento delle quantità di rifiuti da smaltire, ma un miglioramento delle percentuali di raccolta differenziata, riciclo e recupero. Il pool di professionisti che stenderà il piano è stato individuato: lo studio Martina Associati di Grosseto e la Kelse Engineering di Torino, in partnership con Ernst&Young sono in attesa solo dell’aggiudicazione definitiva.

Il dibattito pubblico

«Non è un revamping ma il presupposto per avviare Neutalia verso il processo di economia circolare – sottolinea il consigliere di amministrazione in quota Agesp Claudia Colombo – ci saranno due step, uno scouting di tre soluzioni progettuali alternative, entro la primavera, al termine del quale lo scenario che avrà dato il miglior rapporto costi-benefici verrà sottoposto al dialogo con gli stakeholder sulla base del modello di dibattito pubblico, cui seguirà il progetto di fattibilità tecnico-economico sullo scenario scelto, tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, con il requisito dell’in house». La scelta del dibattito pubblico, che per legge è prevista solo per opere del valore di almeno 300 milioni di euro, punta volutamente a «presentarsi di fronte alla cittadinanza e alle amministrazioni con dati e proposte da sottoporre al dialogo e al miglioramento».

busto legnano neutalia inceneritore – MALPENSA24