La terza guerra mondiale è già iniziata?

pellerin terza guerra mondiale

di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, il 15 dicembre il presidente Mattarella ha affermato: “Impossibile non riconoscere la chiaroveggenza del Pontefice, Francesco, che già dieci anni fa aveva parlato per la prima volta di una guerra mondiale a pezzi”. A ben vedere cosa succede nel mondo, molti riconoscono la realtà di questa affermazione. La doppia minaccia a Israele da parte di Hezbollah e Iran, la lunga guerra in Ucraina, la minaccia cinese a Taiwan e, se non bastasse, i missili lanciati dalla Corea del Nord sui territori del vicino territorio del Sud, sono faccende preoccupanti. Andiamo con ordine.

Il conflitto ucraino è al momento in una fase di stanca con le crescenti difficoltà di Zelensky in patria, a causa della sostanziale impasse sul campo, e all’estero a causa della evidente ostilità verso la politica di Joe Biden da parte dei repubblicani negli USA e a fronte di una Europa distratta e preoccupata dei molti problemi che si proiettano sulle prossime elezioni. La Russia ha guadagnato circa il 20% del territorio ucraino a fronte di una montagna di morti da entrambe le parti. Ma l’Occidente infiacchito sembra abbia perso la voglia di arginare l’invasione e probabilmente dimentica che la marea di fuoco scatenata su Kiev è realizzata con droni iraniani, con munizioni nordcoreane e con il sostegno economico cinese.

La strategia americana in Medio Oriente si gioca su una doppia linea. Da una parte il segretario di Stato Antony Blinken è volato in Turchia per il suo quarto giro dall’inizio delle ostilità per raggiungere una soluzione diplomatica fra Israele e il Libano, dall’altra l’emissario di Biden, Amos Hochstein, ha incontrato a Tel Aviv sia il premier Netanyahu, sia il ministro della difesa Yoav Gallant, sia Benny Ganz membro del gabinetto di guerra, figura di particolare rilievo in questo momento. Di lui Alberto Spektorowskik, il politologo dell’Università di Tel Aviv ha detto a Huffpost: “È l’unico a poter sostituire Bibi. Moderato, critico, ma non dirompente e distruttivo. Incarna la figura del patriota.” Il riferimento è in relazione al difficile compito di Hochstein, cioè quello di cercare di convincere gli israeliani a ridurre le operazioni militari a Gaza per poter contrastare l’allargamento del conflitto.

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Ivanoe Pellerin

Nel frattempo l’Iran di Khomeini, a seguito della strage di Kerman del 3 gennaio in occasione della commemorazione del generale Qassem Soleimani, capo della Forza Quds della Guardia rivoluzionaria, ucciso quattro anni fa in un raid americano, ha minacciato ancora una volta sia Israele sia gli Stati Uniti, nonostante la rivendicazione dell’Isis. La morte di Razi Moussavi, generale delle guardie della Rivoluzione iraniana, ucciso il 25 dicembre in un raid aereo in Siria attribuito ad Israele, ha dato modo a Mohammad Jamshidi, un alto consigliere del presidente iraniano, di incolpare gli agenti del Mossad.

Niall Ferguson, 59 anni, storico scozzese, afferma che il conflitto in atto in Medio Oriente si inserisce in uno scenario mondiale di grande instabilità, simile a quello che portò al secondo conflitto mondiale. “L’islamismo antisemita unisce elementi dell’estrema sinistra e dell’estrema destra. Da storico, oggi vedo tutti i sintomi delle patologie del XX secolo. Tra queste, il ritorno di ideologie estreme, tra cui l’antisemitismo, che fu la più letale perché portò all’Olocausto.”

Ce ne fosse bisogno, anche gli insorti Houthi dello Yemen, alleati degli iraniani, assaltano navi mercantili e militari e quindi rappresentano non solo una minaccia diretta alla libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden ma anche un elemento di forte destabilizzazione. Ricordo che quasi il 15% del commercio marittimo globale passa attraverso il Mar Rosso, compreso l’8% del commercio globale di cereali, il 12% del petrolio commercializzato via mare e l’8% del commercio mondiale di gas naturale liquefatto. Le compagnie di navigazione internazionali continuano a reindirizzare le loro navi attorno al Capo di Buona Speranza, aggiungendo costi significativi e settimane di ritardo nella consegna delle merci. Per questo i costi dei noleggi marittimi sono raddoppiati fino ad un 38% in più da dicembre a gennaio con una forte ricaduta sul costo delle merci e dell’energia in Europa.

Duecento colpi di artiglieria sono stati sparati vicino a due isole nel Mar Giallo e Kim Jong-un, il dittatore della Corea del Nord, minaccia costantemente Seul di una “guerra che potrebbe cominciare in qualsiasi momento.” Forse anche questo è un altro elemento da valutare in uno scenario della guerra mondiale che si sta realizzando un pezzo per volta contro l’Occidente sotto i nostri inconsapevoli occhi. È nota la stretta alleanza di Pyongyang con Pechino, che si atteggia a pacificatore globale mentre la sua marina minaccia i suoi vicini nel Mar Cinese Meridionale e bombarda una copia fedele della portaerei USA Gerald Ford.

Il drammatico pogrom che ha colpito Israele il 7 ottobre ha di fatto bloccato non solo l’avvicinamento tra Israele e l’Arabia Saudita e a quella parte del mondo arabo stanca della causa palestinese, ma ha favorito anche la politica di Xi Jimping che, vedendo la sua politica commerciale della Via della Seta pericolosamente frenata a favore della Via delle Spezie che dovrebbe collegare il gigante indiano al Mediterraneo attraverso l’Arabia e Israele, accentua i toni aggressivi nell’Indo-Pacifico. Il 13 gennaio è una data da ricordare poiché si vota a Taiwan ed i risultati potrebbero destabilizzare l’intera area. Qualsiasi sia il risultato di queste elezioni, Pechino continuerà a fare la voce grossa poiché considera l’isola “roba” sua.

Cari amici vicini e lontani, mio spiace rattristarvi con queste note alla luce di un 2024 che non promette niente di buono, ma avere consapevolezza degli avvenimenti ci permette di leggere meglio le faccende del mondo. É davvero il caso di affermare: la terza guerra mondiale è già iniziata?

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