La vita difficile di Forza Italia e l’ambulatorio del mullah

samarate forza italia

Nell’ultimo post domenicale su Facebook, una lenzuolata in cui esterna pensieri, aspettative, giudizi e intemerate, Nino Caianiello, presidente onorario di Agorà, sottolinea le disattenzioni della stampa locale  verso le divisioni e le liti dei partiti, che non siano di Forza Italia. Ha ragione, ma il problema è in casa sua: nessuno meglio dei berlusconiani varesini sa apparecchiare la tavola. I giornalisti,  sempre affamati, si accomodano facendo la fila perché vi trovano sempre pietanze (notizie) gustose.
 Che cosa ci dobbiamo fare? E’una vita difficile per i forzisti. In calo di voti e alla ricerca di una nuova identità che li riallinei agli alleati o, se si vuole, ex alleati della Lega, che oggi svettano e dispongono in virtù di un consenso che probabilmente sta andando al di là di ogni previsione. Per carità, non che i leghisti dormano sonni tranquilli: le crisi di crescita svelano spesso recondite aspirazioni di successi personali, che corrispondono a desideri di visibilità e di potere. Ergo: si litiga. Ma se ci sono panni sporchi, questi li lavano in casa propria. A differenza di Forza Italia che, nel Varesotto, va dividendosi in correnti nascoste sotto sedicenti associazioni culturali, che nascono per proporre cultura ma, in concreto, fanno politica.caianiello cassani attacco
L’ultima, quella fondata da Luca Marsico, ha chiaramente l’obiettivo di contrapporsi ad Agorà, sostituendo i suoi uomini, se ne sarà capace, alla leadership del partito sinora nelle mani dei caianelliani. Per non dimenticare le componenti dei ciellini, di quelli rimasti , che si agitano pure loro per trovare spazio e, appunto, consenso. Detta in un altro modo, nessuno ha intenzione di mollare l’osso.
Ma la vita difficile a cui accennavano in precedenza ha altre derivazioni. Innanzitutto elettorali, com’è scontato. La qualcosa mette oggi Forza Italia in subordine alla Lega, modificandone  pesi ed equilibri e, soprattutto, dopo l’uscita di scena dalla segreteria leghista del moderato e dialogante Matteo Bianchi, le provoca ansia rispetto ai rapporti futuri. Chi arriverà dopo Bianchi?  E se fosse un pasdaran salviniano? A complicare la situazione interviene il marasma politico attuale, con alcuni leghisti delle valli luinesi pronti a fare pappa e ciccia con il Partito democratico. Partito al quale guarda da tempo anche Forza Italia, ma sinora con uno sguardo timido, inconsistente. Che potrebbe però rinvigorirsi al cospetto di una possibile aggregazione di moderati, con la partecipazione di dem in uscita da un partito, il loro, dilaniato dai contrasti interni peggio, molto peggio che in Forza Italia.
Nel frattempo, i berlusconiani a caccia di nuovi partner bussano alla porta dei gruppi civici, accomodati a latere delle contese degli altri e pronti, senza particolari meriti operativi, a raccogliere i frutti della cosiddetta antipolitica.
Infine, la vita difficile dei forzisti deriva dalle esigenze nazionali di rinnovamento. Una fase che potrebbe segnare un punto di svolta anche in sede locale, con cambi di passo rispetto al passato. Per tutto questo comprendiamo il nervosismo di molti, e di alcuni in particolare . Nino Caianiello, detto il mullah, ha molti meriti nelle cose di partito.  A Gallarate tiene aperto quello che lui chiama l’ambulatorio, in un noto bar di via Ferrario, dove incontra il suo popolo, senza distinzione di classe sociale e professionale. Sinora da lì sono passati in tanti, semplici lavoratori, dirigenti, casalinghe, politici, direttori generali,  disoccupati, primari ospedalieri e finanche giornalisti. Il rischio è che l’ambulatorio, prima o poi, debba ridurre l’attività. Il che significherebbe  che la vita difficile di Forza Italia, a quel punto avrà lasciato il segno.

Forza italia caianiello – MALPENSA