L’addio a Giuseppe Merlini: «Tra i grandi bustocchi che hanno fatto la storia»

BUSTO ARSIZIO – L’addio della città al “dottor Merlini”. Lo hanno sempre chiamato tutti così a Busto Arsizio Giuseppe Merlini, il commercialista e mecenate con la passione per l’arte che è scomparso sabato 17 giugno all’età di 90 anni. «Un uomo straordinario e un concittadino eccellente, un modello di integrità», come lo ha definito il sindaco Emanuele Antonelli, intervenendo al termine dei funerali, che si sono celebrati oggi, 20 giugno, in una Basilica di San Giovanni gremita. «Faceva parte del gruppo di grandi bustocchi che hanno fatto la storia della nostra città, l’hanno fatta crescere economicamente e socialmente».

II ricordo dei familiari

Per i familiari però era semplicemente “lo zio Pino”, come rivela la nipote Carlotta Lunardi, a cui ha tramandato la passione per l’arte: «Per noi significa luce. Un faro e un punto di riferimento che ci ha illuminato la strada». Ma anche «una meravigliosa persona, che ci mancherà infinitamente», di cui la nipote vuole che «si ricordino forza, coraggio, tenacia e buon cuore». E il socio di studio Maurizio Savazzini «un grande professionista e un grande uomo», che era «esigente con se stesso e i suoi collaboratori per farli crescere. Perché sapeva valorizzare le qualità delle persone al meglio». Tanti hanno voluto salutarlo nella Messa celebrata dal prevosto monsignor Severino Pagani: tra i presenti anche il professor Massimo Galli, il noto infettivologo, che era un suo amico di vecchia data, e molti rappresentanti del mondo dell’industria, tra cui il presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi e il presidente della LIUC Riccardo Comerio, oltre alla vicesindaco Manuela Maffioli.

Le sue passioni

Nel corso dell’omelia, l’ex rettore del Collegio Rotondi don Luigi Ferè, che ha conosciuto da vicino Merlini quando quest’ultimo era consigliere e presidente del CdA dell’istituto di Gorla Minore, ne ha tracciato la «vita molto intensa» soffermandosi sui «tre amori fondamentali della sua vita. La passione per il lavoro, la passione educativa e l’amore per la bellezza». Un’amicizia che lascia tanti ricordi: «Quando gli chiedevo “quando vai in pensione?”, rispondeva sempre “tra qualche mese”. Non si è mai fermato, ma ha saputo consegnare il testimone, ha saputo guardare avanti». E per don Luigi era «riduttivo chiamarlo collezionista: il criterio con cui ha vissuto questa sua passione era di conoscere e accompagnare gli artisti, di alcuni è diventato caro amico. Era interessato alla storia delle persone».

I giovani e Busto

E poi i giovani, un’altra sua passione, tra l’impegno per il Collegio Rotondi e la Fondazione a suo nome, che distribuisce borse di studio e prestiti d’onore ai ragazzi: «Per educare i giovani alla responsabilità – sottolinea l’ex rettore – contributi non fini a se stessi ma per impegnare gli studenti». Alla sua città, Busto Arsizio, è rimasto legato fino alla fine: «Solo pochi giorni fa ho avuto modo di incontrarlo, a casa su, circondato dalla bellezza delle sue opere – racconta il sindaco Antonelli – mi ha ribadito che Busto era sempre nei suoi pensieri e che avrebbe voluto fare qualcosa per la sua città. Motivo di profonda gratitudine e di sincero orgoglio». Un applauso di tutta la Basilica lo ha salutato per l’ultima volta, ma il suo ricordo rimarrà ancora vivo.

busto arsizio giuseppe merlini – MALPENSA24