L’allarme dell’associazione Primula di Marnate: «Aiutateci o scompariremo»

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MARNATE – «Sinceramente siamo preoccupati per il futuro della nostra associazione e degli anziani del paese e se il Comune non ci dà una mano faremo davvero fatica ad andare avanti». L’allarme arriva da Pierangelo Albé, consigliere dell’Associazione Primula di Marnate, una onlus che ha sede in via Italia e che con l’avvio della collaborazione con la Fondazione Sant’ Erasmo teme di non poter più svolgere i servizi per gli anziani come ha fatto negli ultimi 25 anni.

Il futuro degli anziani

«Partiamo dal presupposto che ciò che ci interessa è il bene dei nostri anziani, quindi non importa chi fornirà loro i servizi, se la Fondazione Sant’ Erasmo o noi». E’ questa la premessa di Pierangelo Albé, uno dei consiglieri dell’associazione Primula di Marnate che rimane con l’amaro in bocca dopo l’annuncio dell’amministrazione di aver trovato un nuovo gestore per il centro di San Sebastiano. Si tratta della Fondazione Sant’Erasmo, che, pur avendo sede a Legnano, da anni si occupa di molti progetti in tutto il territorio.

Niente garanzie dal Comune

«Noi chiaramente non possiamo, e non vogliamo, competere con le dimensioni di questa realtà, ma temiamo di scomparire piano piano, dato che il Comune non ci dà nessuna sicurezza», denuncia Albé. Che si preoccupa anche dei 130 anziani del paese associati alla Primula. «Noi siamo un ente di beneficienza senza scopo di lucro e quindi proponiamo sempre attività a prezzi calmierati in modo da renderle accessibili a tutti, mentre giustamente la Fondazione deve guadagnare e quindi non so se per esempio chiederanno delle quote associative superiori agli iscritti».

Gli anziani di Marnate effettivamente trovano nella sede di via Italia della Primula un punto di ritrovo e di riferimento da circa 25 anni e «non tutti vorranno “trasferirsi” metaforicamente parlando al centro San Sebastiano, che è meno raggiungibile». Da qui una delle preoccupazioni maggiori di Albé: come si sposteranno gli anziani? «Noi abbiamo spiegato al Comune che la maggior parte di loro non è automunita o non può guidare per l’età, quindi è necessario avere una macchina fissa per portarli al centro, ma l’amministrazione dice di non potercela garantire».

Teniamo aperta la sede

Sulle attività che la Fondazione svolgerà al centro ci sono ancora poche certezze perché, come aveva specificato la giunta Galli, si tratta di una co-progettazione che richiederà quindi un brainstorming tra amministrazione, Fondazione e anche i cittadini, chiamati a dire la loro. «Alcune delle attività proposte sembrano interessanti, come i corsi di ballo, la ginnastica o la consegna dei pasti a domicilio, che noi proponiamo sempre a prezzi accessibili, ma a questo punto chiediamo di poter continuare a usare la nostra sede per chi non vorrà partecipare al progetto della Fondazione Sant’Erasmo».

Infatti, sembra che anche da questo punto di vista dal Comune arrivino ben poche rassicurazioni. «Non ci danno mai risposte certe, è sempre tutto un grande punto di domanda, ma senza aiuto noi non possiamo stare in piedi perché viviamo di donazioni e finanziamenti. Quindi se il Comune non ci dà delle garanzie noi non abbiamo futuro», conclude Albé.

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